E ora sulla ricostruzione del centro storico e del resto della periferia prevale il pessimismo. Il passaggio dalla gestione commissariale a quella ordinaria con i due Uffici speciali, i 300 assunti del concorsone, l’accordo (a metà) con le banche per l’erogazione dei finanziamenti, non ha prodotto il miracolo sperato. Tutt’altro. La consapevolezza che i soldi sono finiti o quasi (restano soltanto le briciole), ha indotto anche Stefania Pezzopane, senatrice neoletta, a rompere gli indugi e lanciare l’appello alla mobilitazione.”L’Aquila soffre un momento dolorosissimo- ha detto all’Agi-. Siamo completamente soli, proviamo a sperare, ma le condizioni sono molto difficili. Dobbiamo riuscire a riportare qua lo Stato che in questo momento non c’e’”. E’ una dichiarazione di guerra che si aggiunge a quella del sindaco Massimo Cialente che, in mancanza d’interventi, vuole cacciare dalla città tutte le autorità, compreso il prefetto, e togliere dal palazzo civico il vessillo del Comune e la bandiera nazionale. Per la ricostruzione, ha detto Cialente, abbiamo quest’anno 700 milioni di euro, ma sono soldi già impegnati. Dunque le casse sono vuote e il miliardo l’anno previsto dal cronoprogramma fatto dal Comune fino al 2018, oggi è soltanto una pia illusione, una flebile speranza. L’unica possibilità è un atto di governo (l’intervento dello Stato, appunto). Già, ma quale governo visto che quello di Monti e Barca è lì per l’ordinaria amministrazione e quello nuovo è di là da venire per i traccheggiamenti delle forze politiche, compresi i grillini?

Ma i problemi sono anche altri, come quello evidente dei ritardi del concorsone che arriva al traguardo tre mesi dopo il previsto e col fiato grosso visto che mancano all’appello un centinaio di contratti d’assunzione. Cento persone che devono occupare i posti lasciati liberi dai vincitori di più d’una specialità. C’è chi ne ha vinte sei ma deve sceglierne una soltanto. Finché l’organico resterà incompleto, gli Uffici speciali non cominceranno a funzionare e i progetti presentati non potranno essere esaminati. Serve insomma un colpo d’ala. Mobilitazione a parte, i cittadini chiedono che per prima cosa si metta ordine nella gran confusione che blocca migliaia di pratiche (comprese quelle giacenti al Genio Civile). Poi, certo, la voce grossa col governo di Roma non appena ce ne sarà uno.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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