Salta il presidente del Centro turistico del Gran Sasso, sfiduciato dal sindaco alla ricerca di un capro espiatorio dopo la figuraccia del rinvio dell’apertura della stagione sciistica annunciata in pompa magna per giovedì 13 dicembre e poi slittata prima a data da destinarsi e poi, sembra, a domenica prossima. Via il presidente Alessandro Comola, via i consiglieri d’amministrazione, anche se dimissioni certe sarebbero arrivate soltanto dal vice presidente e da un altro componente del Cda. E’colpa di Comola e dell’intero Consiglio d’amministrazione, dice il primo cittadino, se Campo Imperatore è rimasto al palo mentre la gran parte delle stazioni invernali abruzzesi aprivano la stagione. Le piste del Gran Sasso, tra le poche con neve ‘vera’, dovevano così segnare il passo tra le proteste degli operatori e degli sciatori imbufaliti costretti a scegliere un altro resort invernale. E così è caduta la testa di Comola che come amministratore non è certo un fulmine di guerra, ma che al vertice del Centro turistico era stato messo dallo stesso sindaco dell’Aquila che lo aveva difeso poi a spada tratta l’estate scorsa dagli attacchi di Ettore Di Cesare leader di ‘Appello per L’Aquila’, e Raffaele Daniele, presidente della Commissione comunale di garanzia e controllo. Ma se la stagione parte in ritardo è davvero colpa di Comola? A noi risulta che il presidente del Centro turistico aveva presentato già a maggio scorso il progetto per l’adeguamento della seggiovia delle ‘Fontari’, progetto che non ebbe il gradimento del sindaco che poi ne scelse un altro. Sarebbe questa la causa del ritardo, almeno secondo i bene informati. E allora? Vorremmo sbagliarci, ma siamo in presenza dell’ennesimo scaricabarile. Non funziona ancora la seggiovia? Anche stavolta la responsabilità è di altri. Ma chi doveva controllare, vigilare, prevedere, ci chiediamo? Forse il Comune, forse il sindaco presi, è evidente, in contropiede dalla neve caduta abbondante sulle piste prima del previsto? No, toccava a Comola, dice il primo cittadino e sfiducia il presidente. Il solito scaricabarile, appunto.

 

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