L’AQUILA- “Massimo Cialente? Continua a dividere la città invece di unirla in un momento così difficile, per questo deve andare a casa. Il Pdl? Ho grande rispetto per i suoi elettori, ma la sua dirigenza è inadeguata, inadatta e inaffidabile come ha dimostrato con la farsa delle primarie prima annunciate e poi abolite con un colpo di spugna. L’amministrazione della città? Deve essere riorganizzata prima come struttura tecnica e poi come realtà politica, vista la gran confusione che la caratterizza. Il centro storico? Oltre a mentire, dice una sciocchezza chi afferma che sarà ricostruito nei prossimi cinque anni. Siamo realisti e non pessimisti. I giovani? Sono la speranza dell’Aquila, ma a loro dico di avere pazienza”.

E’ a tutto campo l’intervista che Giorgio De Matteis, candidato sindaco dell’unione civica ‘L’Aquila Città Aperta‘ ha rilasciato a Cristina Di Stefano e ad Aquila Tv per spiegare agli aquilani le ragioni della sua discesa in campo e perché vuole candidarsi a sindaco alle prossime elezioni amministrative.

UN POLITICO SOLITARIO MA CONCRETO

“Mi descrivono – esordisce De Matteis- come un politico solitario, un po’ burbero e fuori dalle logiche politiche ricorrenti. Forse così burbero non sono, invece mi definirei riservato, un po’ ruvido, ma sono convinto che in questo momento, più che di pacche sulle spalle e di sorrisi, ci sia bisogno di serietà. Più serietà e meno cialtroneria nei comportamenti, perché questo momento richiede concretezza e non inganni”.
Ne ha per tutti Giorgio De Matteis. Per il Pdl, per Massimo Cialente, per i burocrati, i professionisti della politica, i mestieranti. “Il Pdl non mi voleva? E’ esattamente il contrario. Sono stato io, invece, ad aver preso le distanze da questo partito, ma non dai suoi elettori che mi amano e considero estremamente importanti e vicini più di quanto non sembri. E’ la sua dirigenza ad essere inadeguata, inadatta dopo quel che ha combinato con le false primarie. Verso gli elettori del Pdl non c’è alcuna preclusione, mi aspetto che prima o poi si schierino al mio fianco”.

NON SONO IL CANDIDATO DI CHIODI

Anche di fronte al tentativo di farlo passare per un candidato di Chiodi, De Matteis è molto netto. “E’ un’immagine falsa del sottoscritto che si vuol dare alla città da parte del sindaco Massimo Cialente. De Matteis non è uomo di nessuno, è uomo di De Matteis. Cialente ha ben compreso da tempo la sua inadeguatezza, ma non ne ha tratto le dovute conclusioni. Già prima del terremoto ha cambiato la giunta comunale cinque volte. Dopo il terremoto è stato preso da un vortice che non ha saputo gestire. Subito dopo il sisma è quasi scomparso per tre mesi, tre mesi di briefing con Bertolaso e Berlusconi. Poi si è come imbizzarrito, ha rinnegato le frequentazioni originarie, ha temporeggiato sul piano di ricostruzione che poi è stato costretto a fare. Io, invece, ho lavorato. Ho presentato sette leggi regionali per gli aquilani, l’ultima per l’adunata nazionale degli alpini nel 2014 nella nostra città”.


L’ARRIVO DEI VERDI

De Matteis spiega poi il significato dell’arrivo dei Verdi in una delle liste della sua aggregazione civica.”E’ uno degli aspetti più importanti dell’ ‘Aquila Città Aperta’. E’ chiaro che abbiamo voluto scegliere le idee, gli uomini che le esprimono e non i partiti, e questo perché vogliamo riappropiarci di un confronto sereno e aperto. Cialente ha diviso la città, ha sempre scelto qualcuno con cui scontrarsi anziché confrontarsi o lavorare. E’ incredibile come sia riuscito a dividere e non ad aggregare. Si stanno unendo a noi formazioni che provengono dalle più disparate esperienze. La gente è stanca di essere divisa o incasellata nelle appartenenze. La gente appartiene a se stessa. Vogliamo una città più credibile perché solo così il futuro sindaco sarà più credibile anch’esso. Cialente, invece, continua imperterrito ad attaccarmi. E questo dimostra tutta la sua debolezza”.

L’APPELLO AGLI ELETTORI DEL PDL

Ancora il Pdl nel discorso di De Matteis. “Il suo elettorato- dice- è sereno, moderato, la sua dirigenza, ripeto, è invece inadeguata. Il bluff delle primarie ha portato grande confusione in qual partito che in molti hanno abbandonato. C’è in giro grande confusione. La città in questi ultimi mesi è stata come narcotizzata. Per questo sto lavorando per realizzare un programma che la svegli e la unisca. Un programma che prevede la riorganizzazione della macchina comunale. Prima degli assessori, aggiunge, è importante rivedere la struttura tecnica del Comune che deve essere più snella, maggiormente all’altezza delle sfide poste dall’emergenza post sisma. Senza un supporto adeguato dal punto di vista tecnico e amministrativo, non si va da nessuna parte. Servono dirigenti, funzionari e impiegati che siano all’altezza.

IL CENTRO STORICO E I GIOVANI

“Siamo partiti in anticipo rispetto agli altri guardando più agli uomini e alle loro idee che ai partiti e alle appartenenze. Dobbiamo dare garanzie a questa città che siamo in condizioni di governarla, caso mai con un po’ più di silenzio e con maggiore impegno e serenità”. E passando al centro storico ha aggiunto. “Chi ha detto che può essere ricostruito in cinque anni è uno sciocco in malafede. Così, se Cialente avesse capito subito i problemi della città non avrebbe creato questo grande pasticcio. Si sarebbe dovuto dimettere, ma ha voluto restare. Se avesse fatto il piano di ricostruzione cinque anni fa, oggi non avrebbe più motivo di chiedere l’allontanamento di Chiodi, perché Chiodi, concluso il suo mandato di commissario alla ricostruzione, se ne sarebbe andato senza alcuna difficoltà”.

Poi l’appello ai giovani. “Ai giovani dico di avere pazienza. Sono loro che hanno voluto fortissimamente restare all’Aquila, sono dunque loro il futuro di questa città ed è per loro che dobbiamo impegnarci, creare più occasioni prima fra tutte quelle di un lavoro equo e giusto per tutti”.

(A breve il video)

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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