L’AQUILA – Il personale della ASL di Avezzano – Sulmona – L’Aquila è in fibrillazione. I contratti a termine di 359 lavoratori precari (fra medici, infermieri e tecnici di laboratorio) rischiano di non essere riconfermati: se ciò avvenisse, a fine marzo molti ospedali della provincia dell’Aquila – in primis il San Salvatore -potrebbero non essere più in grado di assicurare le prestazioni e i servizi minimi di assistenza e cura ai cittadini, che vedrebbero così messo in discussione uno dei diritti fondamentali previsti dalla Costituzione italiana, quello alla salute.

Sono numeri pesanti quelli dati stamane in una conferenza stampa dai rappresentanti sindacali della CISL e dell’A.N.A.A.O. (l’associazione dei medici dirigenti).
Nell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, ad esempio, sono in scadenza di contratto 35 medici e 29 infermieri. Alcuni reparti, come il pronto soccorso, l’oncologia, la neurologia, la clinica medica, la gastroenterologia, la pneumologia e l’ortopedia, non avrebbero più il personale necessario per andare avanti in modo efficiente.
Né sono più confortanti le cifre relative all’ASL di Avezzano: a causa dei tagli, il pronto soccorso dovrebbe rinunciare praticamente alla metà del personale medico e si ritroverebbero a corto di dottori anche l’ortopedia, l’UTIC, l’anestesia e la radiologia, in un ospedale che, a causa della concomitante chiusura dei nosocomi di Pescina e Tagliacozzo, dovrà sicuramente affrontare un aumento dell’utenza e dei ricoveri.

Il problema, comunque, non riguarda solo la provincia dell’Aquila: in tutto l’Abruzzo, infatti, sono circa 1300 i lavoratori della sanità a rischio.
Sono le conseguenze della legge Brunetta (che impone tagli per il 50% sui costi dei contratti a termine del pubblico impiego) e del piano sanitario regionale (di recente la Regione ha bocciato una delibera di giunta che conteneva misure per prorogare i contratti a tempo determinato del personale delle ASL).

La Cisl – attraverso il segretario regionale Gianfranco Giorgi e il segretario dei medici Sabrina Cicogna, primario del reparto di cardiologia dell’Aquila – ha lanciato un allarme non solo per la perdita di posti di lavoro – in un’area già colpita da pesanti conseguenze dovute al terremoto – ma anche per il collasso cui andrebbero incontro alcuni servizi essenziali se il taglio del personale fosse realmente attuato, con l’ospedale San Salvatore che rischierebbe seriamente il funzionamento.

Pertanto la Cisl chiede alla Regione Abruzzo, e in particolare al Presidente e commissario alla sanità Chiodi, di farsi portavoce presso il Governo di una deroga alla legge, che possa salvare i posti di lavoro a rischio, assicurando nel contempo la salvaguardia dei livelli di prestazione dei servizi sanitari.

La CISL, insieme all’A.N.A.A.O. (rappresentata per l’occasione da Alessandro Grimaldi), ha dichiarato, a partire da oggiAggiungi un appuntamento per oggi, l’inizio di uno stato di agitazione permanente, che potrebbe culminare nelle prossime settimane in scioperi e manifestazioni.

 

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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