L’AQUILA – Dopo il danno, la scelta del comune di optare per la percentuale massima del 30% a carico degli inquilini, si sta aggiungendo la beffa cioè quella di ritrovarsi nel caos più totale a pochi giorni dalla scadenza del pagamento della prima rata della TASI. In data 8 Settembre il Comune delibera su aliquote e percentuali di ripartizione della TASI, in seguito viene redatto anche un regolamento per le modalità e i termini di pagamento del tributo. 

Tributo che è dovuto per anno solare (Gennaio­Dicembre), cosa che sta creando e creerà molti disagi e problemi. I contratti di locazione transitori per universitari hanno durata che va di norma dal Settembre di un determinato anno fino al Luglio dell’anno seguente; si viene di fatto ad esplicitare una sfasatura tra l’annualità della TASI e del contratto.
Il regolamento comunale stabilisce il 16 Ottobre come data di scadenza per il pagamento della prima rata, la quale a conti fatti andrebbe pagata dagli inquilini che occupano l’immobile nei primi 6 mesi dell’anno; sorge però la complicazione di chi deve pagare la seconda rata a Dicembre, in quanto gli inquilini assoggettati al nuovo contratto di locazione potrebbero essere tutti o in parte differenti da quello precedente.

Il regolamento prevede, giustamente, che per locazioni di durata inferiore a 6 mesi dello stesso anno solare, il pagamento sia esclusivamente a carico del proprietario. Le informazioni date dagli uffici del comune competenti sono discordanti, perché sostengono che in questo caso la somma mancante andrebbe pagata dagli inquilini che hanno rinnovato il contratto e risultano essere locati nell’immobile per più di sei mesi; e nel caso che a Settembre gli studenti che sottoscrivano il contratto siano tutti diversi da quelli del contratto scaduto a Luglio, chi deve pagare? Problema simile si presenta anche per chi nel primo semestre dell’anno subentri nei contratti di locazione al posto di qualche altro studente, che può essere uno studente Erasmus, uno studente che ha conseguito la laurea e terminato gli studi o altro, andando a complicare i pagamenti anche della prima rata in scadenza a breve.

Non si considera nemmeno l’eventualità che il mese di Agosto sia tenuto fuori dalla durata del contratto, lasciando di fatto scoperta una mensilità; tutto ciò con il rischio di far nascere diatribe su a chi spetti pagare per quel mese la TASI o creando il fenomeno che vedrebbe i proprietari, che volessero fare i furbi, allungare la durata dei contratti di affitto, dai canonici 10­11 mesi a 12, solo per poter sopperire alla copertura del mese di Agosto e quindi evitare di dover mettere altri soldi di tasca propria sulla TASI.

Insomma, come già denunciato nel nostro comunicato di Settembre, sembra che il Comune abbia deciso di compiere scelte più di comodo che non volte a incentivare la stipula dei contratti di affitto così come ha inteso far credere, denotando uno scarso interesse e conoscenza dell’argomento, correndo il rischio di far esplodere una guerra traaffittuari e inquilini. L’amministrazione ha lasciato i contribuenti da soli senza alcuna indicazione per agevolare il pagamento, non fornendo un minimo di assistenza con i cittadini costretti persino a calcolarsi da soli l’importo della TASI, barcamenandosi tra documenti e scartoffie con cui la maggior parte non ha nemmeno mai avuto a che fare.

Crediamo che allo stato attuale delle cose sia necessaria una proroga delle scadenze se non addirittura una sospensione dei pagamenti, per poter consentire al Comune, che ha mancato di lungimiranza di rivedere il regolamento e normare quelli che sono casi complicati e di non facile gestione. Si dovrebbe valutare anche l’ipotesi di poter venire ancora più incontro a chi stipula contratti che rispettano la legge 431/98, prevedendo magari ulteriori sconti ed esenzioni per proprietari e inquilini. In alcune città d’Italia sono le amministrazioni stesse che si fanno carico della quota TASI spettante agli inquilini.

Queste sarebbero soluzioni che veramente indurrebbero la stipula di contratti regolari, contrastando il fenonmeno dei fitti in nero. Si continua a fare l’errore di non considerare quali sono le conseguenze delle scelte che vengono fatte e su chi vadano a ripercuotersi gli effetti, decidendo di ignorare e penalizzare la categoria degli inquilini, che in una città come L’Aquila è rappresentata in grande maggioranza dagli studenti universitari ma che, per di più, in questo caso vede interessati anche i cittadini che abitano nei piani C.A.S.E. e nei MAP.

Unione degli Universitari L’Aquila

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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