L’AQUILA – Nell’incontro di ieri, 12 novembre, la segreteria del Ministro Barca ci ha comunicato che, a differenza di quanto è stato fatto il 24 ottobre scorso per l’Emilia Romagna che avrà a disposizione 2 plafond di 6 miliardi di euro ciascuno attraverso la Cassa Depositi e Prestiti per la ricostruzione ed il rilancio economico, NON SARA’ RIFINANZIATO il plafond per il Terremoto in Abruzzo.

L’Ing. Mancurti ed i suoi collaboratori hanno dichiarato di aver fatto il possibile perché ciò non accadesse ma la decisione del MEF (supportata dal parere di Eurostat) sembra assolutamente irrevocabile.
 
Questo vuol dire che non sarà più possibile utilizzare il contributo agevolato che, fin’ora, ha garantito dei tempi di liquidazione accettabili alle imprese per passare al solo metodo del contributo diretto che ha già fatto registrare ritardi nei pagamenti (e spesso nell’esecuzione dei lavori) fino ad un anno e mezzo.
 
Le motivazioni di questa scelta ci sembrano del tutto insufficienti e prive di fondamento, sulla falsariga di quanto fatto da INPS e INAIL per la restituzione delle tasse ed è ancora una volta sconcertante l’approssimazione dimostrata dal Governo dei cosiddetti tecnici nell’affrontare la situazione pertanto la ns. Associazione, procederà, come fatto fin’ora, a percorrere tutte le strade possibili per scongiurare questa eventualità attraverso azioni politiche, ricorsi legali ed anche mobilitazioni.

SANTILLI:”DI VITALE IMPORTANZA PER RESISTERE ALLE FASI DI STASI”

Ampliare il plafond messo a disposizione dalla Cassa depositi e prestiti per i finanziamenti agevolati nei territori colpiti dal sisma del 6 aprile 2009. E’ la richiesta contenuta nella lettera che la Camera di commercio dell’Aquila ha inviato all’ingegner Aldo Mancurti, capo dipartimento dello Sviluppo economico della presidenza del Consiglio.

Il documento è stato sottoscritto da Ance, Cna, Confartigianato, Apindustria, Confindustria, Confcommercio e Confesercenti, coordinate dall’ente camerale. “Le parti che hanno sottoscritto il presente documento”, si legge nella lettera, “coordinate dalla Camera di commercio della provincia dell’Aquila, chiedono l’intervento del Governo al fine di procedere alla richiesta di integrazione del plafond che la Cassa depositi e prestiti ha previsto all’indomani del sisma del 6 aprile 2009, a favore dei territori abruzzesi colpiti dall’evento calamitoso, con le identiche modalità di utilizzo”.

Il presidente della Camera di commercio, Lorenzo Santilli, ha fatto notare come “il plafond che ha operato, ha fornito provvista agli istituti di credito per la concessione di finanziamenti agevolati ai soggetti danneggiati dal terremoto, relativamente agli interventi di riparazione, ripristino e ricostruzione di immobili adibiti ad uso residenziale e produttivo. Ha, inoltre, consentito una sensibile accelerazione della fase di ricostruzione grazie ad una maggiore rapidità nella liquidazione dei lavori effettuati dalle imprese che operano sul territorio, garantendo alle stesse sicurezza e crescita”.

“Tale opportunità”, prosegue la nota inviata a Mancurti, “ha messo molti operatori in condizione di resistere alle lunghe fasi di stasi della procedura a contributi diretto, che ha fatto registrare ritardi da un minimo di sei mesi fino ad oltre un anno e mezzo. Pertanto”, concludo le associazioni di categoria, “è di vitale importanza che, come già al tempo stabilito, venga rifinanziato al più presto il plafond, così come fatto per i territori dell’Emilia Romagna nella seduta del Cda del 24 ottobre scorso”.

CAPRI: “IL FINANZIAMENTO DIRETTO BLOCCHEREBBE LA RICOSTRUZIONE”

Come ho già ricordato al Ministro Barca, in occasione del Consiglio comunale straordinario tenutosi il 29 ottobre scorso, è necessario che venga ripristinata al più presto la convenzione tra Abi (Associazione bancaria italiana) e la Cassa depositi e prestiti, per i contributi per la ricostruzione dell’Aquila. 
Il Ministro, durante il Consiglio comunale, pur confermando i dati già a disposizione, ha sostenuto che le erogazioni dovrebbero avvenire tramite finanziamento diretto e non più agevolato. Tale modalità decreterebbe il rallentamento, se non la stasi completa, della ricostruzione pesante ed il fallimento delle imprese. 
Purtroppo a L’Aquila infatti il problema non è chiuso e se la convenzione non verrà riattivata al più presto, si rischia la paralisi. Risulta difficile quindi comprendere perché si facciano eccezioni per L’Aquila e per il suo territorio, quando in Emilia Romagna vengono erogati un totale di 12 miliardi di euro. A tal proposito rivolgo ancora una volta un appello al Ministro Barca e a tutti i parlamentari del cratere affichè, sia il Governo che il Parlamento, si attivino per favorire questa intesa tra Abi e Cassa depositi e prestiti, ristabilendo un fondo almeno come quello previsto per l’Emilia Romagna.
Un’altra questione da non sottovalutare è inoltre quella dei ritardi dei pagamenti del contributo di autonoma sistemazione (Cas). Chiedo al Ministro Barca e a tutti i parlamentari del cratere un impegno affinchè si risolva in tempi brevi questo problema che va direttamente a ripercuotersi sull’economia delle famiglie aquilane.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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