L’AQUILA – Non vince al primo turno, come sperava, Massimo Cialente, prende sì la maggioranza dei voti, ma non sfonda. Anzi, se si va a guardare com’erano finite le elezioni di cinque anni fa quando per diventare sindaco dell”Aquila non aveva avuto bisogno del ballottaggio, ci si accorge che la sua è stata una caduta verticale: dal 53,25 per cento del 2007 al 40,1% di oggi. Di più.

Cialente è andato in caduta libera anche rispetto a Stefania Pezzopane che appena un anno e mezzo fa, pur perdendo le elezioni provinciali a vantaggio di Del Corvo, aveva stravinto all’Aquila con ben 14 punti di vantaggio sul presidente della Provincia neoletto. Ed è andato giù Cialente nel gradimento degli aquilani anche rispetto all’ultima rilevazione di ‘Datamonitor’ che lo voleva oltre il 50 per cento dei consensi.

E allora? Cialente vince più per demerito dei suoi avversari, specie del Pdl (leggi Giuliante e Magliocco) che ha sbagliato il candidato e ha fatto di tutto per non convergere su De Matteis, che per meriti propri. Certo, 11 punti sul diretto ‘competitor’, De Matteis appunto, sono un bel capitale da spendere al ballottaggio, tanto più che ci sono voti da recuperare a sinistra: Italia dei valori, lista civica di Di Cesare, ‘grillini’, parte dei voti andati a Vittorini. Insomma è un cammino che sembra in discesa, ma come si dice: mai dire mai.
Ma qual è stato il vero vantaggio di Cialente?

Oltre alla reale debolezza del Pdl ridotto ai minimi storici, ha potuto disporre della ‘macchina del potere’, in particolare della gestione del post sisma e della ricostruzione leggera. Dopo il terremoto, sul Comune dell’Aquila s’è riversata una montagna di soldi. L’ordinanza di Monti ha destinato ai Comuni del cratere e a quello dell’Aquila in particolare, ben 187 milioni di euro solo per il 2012, soldi per l’assunzione, sia pure a termine, di qualche centinaio di persone, l’assistenza alla popolazione terremotata e tutti gli altri interventi legati al sisma che l’amministrazione comunale uscente ha potuto utilizzare traendone indubbi vantaggi. Insomma, anche alle elezioni ‘c’est l’argent qui fait la guerre’.

Sull’altro fronte Giorgio De Matteis non poteva fare di più di ciò che ha fatto. Avrebbe avuto bisogno di un Pdl che lo appoggiasse sin dal primo momento, ma ciò non è avvenuto. Col Pdl in campo a fianco di De Matteis, l’elettorato di centrodestra non avrebbe perso l’orientamento come di fatto è avvenuto. Le scelte, invece, sono state altre e tutte sbagliate. Ma anche nella coalizione di De Matteis i conti non tornano. Il candidato sindaco ha chiuso al 30%, ma ha preso meno voti delle liste collegate che hanno avuto il 33,34%.

C’è un 3,6% in meno che è andato da un’altra parte. E’ evidente che l’alleanza coi Verdi non ha pagato. E’ molto probabile che ci sia stato il voto ai candidati verdi in lista, ma che il voto per il sindaco sia finito a un candidato diverso. Così per Pierluigi Properzi anche lui vittima del voto disgiunto: c’è un 2,34 per cento di voti in meno per lui che è andato altrove. Potrebbe essere stato Cialente a beneficiarne, almeno in parte, secondo le voci di un probabile ‘inciucio’ che circolavano già in campagna elettorale. Sia come sia, ora si va al ballottaggio. De Matteis punta risalire la china. Ci riuscirà? Niente è impossibile. Si volta pagina, si riparte da zero.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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