L’AQUILA – E’ stata rinviata al 28 gennaio 2012, l’udienza relativa al crollo della Casa dello Studente in cui sotto accusa per omicidio colposo, lesioni e disastro colposo, per la morte di otto studenti universitari, ci sono undici persone.

Si tratta di: Claudio Botta, Giorgio Gaudiano, Walter Navarra, Carlo Giovani, Bernardino Pace,Pietro Centofanti, Tancredi Rossicone, Massimiliano Andreassi, Pietro Sebastiani,Luca Valente e Luca D’Innocenzo. Nell’odierna udienza le parti avrebbero dovuto formulare eventuali domande al super perito Maria Gabriella Mulas (assente oggi in aula e di qui la necessita’ del rinvio), che nella precedenza udienza aveva esposto i contenuti della propria consulenza contenuta in 1.300 pagine in cui spiegava i motivi del crollo della palazzina.

Nel corso dell’udienza gli avvocati difensori degli imputati, Sebastiani, Giovani, Andreassi e Valente hanno annunciato l’ipotesi di percorrere la strada del rito alternativo del giudizio abbreviato. Pietro Sebastiani, nelle veste di presidente della commissione collaudo dei lavori di restauro e responsabile area tecnica e’ accusato di avere omesso “di vigilare sulla rispondenza dell’edificio alla destinazione di residenza per studenti e di non avere garantito il rispetto delle esigenze relative alla sicurezza e prevenzione antisismica”; Carlo Giovani e Massimiliano Andreassi nelle vesti di progettisti e direttori dei lavori di restauri, “non effettuavano alcuna valutazione di adeguatezza sismica, non procedevano alla verifica del dimensionamento strutturale del progetto.

A fronte di variazione di destinazione che comportava sulle strutture portanti un incremento di carichi causati dall’aumento dei carichi per l’aumento di tramezzature per realizzare 76 camere da letto, servizi igienici con redistribuzione di destinazione degli spazi interni, non predisponevano interventi di consolidamento o adeguamento sismico della struttura, verifica tassativa per edifici in cemento armato”.

Infine a Luca Valente, direttore dell’Azienda per il diritto agli studi universitari, viene contestato di avere “omesso di redigere un idoneo piano per la sicurezza e di avere omesso in tale ambito qualunque valutazione sulla adeguatezza delle strutture portanti dell’edificio in termini di sicurezza sismica”.

Il giudice del Tribunale dell’Aquila ha ribadito che l’Universita’ dell’Aquila ed il ministero dell’Istruzione rivestono la qualifica di responsabili civili nell’attuale fase processuale, rigettando ancora una volta la richiesta di estromissione. Infine l’Avvocatura dello Stato ha annunciato l’intenzione da parte della presidenza del Consiglio dei Ministri, di costituirsi parte civile nel processo. Nella passata udienza il super perito Gabriella Mulas aveva sostenuto che “il terremoto di due anni e mezzo fa non e’ stata unica causa che ha comportato il crollo della Casa dello studente.

Il terremoto e’ risultato compatibile con le regole di costruzione dell’epoca, ma se l’edificio fosse stato sistemato, adeguato, curato negli anni in relazione alle leggi che si sono succedute, lo stabile non sarebbe crollato”. Forti dichiarazioni che avevano risvegliato nei genitori e nei parenti delle vittme la rabbia e la disperazione per una morte che forse si poteva evitare.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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