L’AQUILA – E chi l’ha detto che siamo tutti uguali di fronte al terremoto? Se qualcuno ha mai sostenuto una cosa del genere, ha detto una sciocchezza. E’ un argomento che scotta perché siamo in presenza di ingiustizie più o meno palesi che vanno avanti da due anni a questa parte. Vediamo.
Al Consiglio comunale ci si sta accapigliando su come far pagare quelli del progetto case. Sono quindicimila le persone che abitano nei villaggi attorno all’Aquila. Quindicimila, ne più ne meno la popolazione di un grosso comune dell’entroterra o della costa adriatica.
Quindicimila persone che da due anni a questa parte non hanno sborsato un euro per affitti, consumi di luce, gas, acqua, o per spese condominiali tra cui la manutenzione del verde. A parere di molti stanno meglio degli sfollati alloggiati negli alberghi per i quali l’esborso dello Stato è di 54 euro al giorno. Una sistemazione niente male in entrambi i casi com’è giusto che sia. Nulla a che vedere con chi ha avuto il contributo per l’autonoma sistemazione.
In questo caso, a conti fatti, vi sono famiglie che hanno preso sei euro al giorno. E chi l’ha detto, allora, che siamo tutti eguali davanti al terremoto. Ci sono alcuni più eguali di altri. Quelli del progetto case, poi, sono ancora più eguali. Da due anni in qua, hanno accumulato una maxibolletta di sei milioni di euro di arretrati. Non è colpa loro, certo. Se avessero voluto pagarla, non avrebbero saputo neppure come fare. Quel conto è stato mandato direttamente al Comune. Ma ora chi lo paga? Chi paga questi arretrati? Chi tira fuori questi soldi, sindaco Cialente?
Dal Consiglio comunale arrivano segnali che fanno cadere le braccia. Innanzitutto ancora non si decide se far pagare o meno gli abitanti dei villaggi, perché la disputa si è accesa attorno al canone di locazione. Se chiedere di più a quelli che prima del terremoto erano proprietari di una casa o a quelli che erano in affitto. C’è chi tiene per gli uni (i proprietari devono pagare di meno), e chi tiene per gli altri (no, a pagare di meno devono essere gli affittuari). E c’è chi si oppone a qualsiasi differenza. C’è poi chi sostiene che bisogna mettere tutti in un calderone: sfollati dei villaggi, degli alberghi, dell’autonoma sistemazione che oggi sono in affitto, altrimenti “si rischierebbero contenziosi”.
L’impressione è di trovarsi di fronte al solito polverone con le elezioni comunali che incombono e nessuno che vuole correre il rischio di scontentare comunque una parte, cioè alcune migliaia, degli attuali assistiti. Figurarsi se i signori consiglieri si assumeranno una qualche responsabilità a pochi mesi dal voto. E intanto quei sei milioni di arretrati sono lì inevasi. Se qualcuno, a Palazzo di Città, ha un’idea batta un colpo. Soprattutto batta un colpo il sindaco Cialente, se l’idea ce l’ha. Ma il primo cittadino non ha mai parlato a riguardo e l’impressione è quella che continuerà a tacere.