L’AQUILA – Arrivano i primi soldi per il sociale. Dove per sociale si intendono luoghi di aggregazione per i giovani, gli anziani, gli studenti, le associazioni. I giovani, soprattutto. Non che gli altri siano meno importanti, ma sembrano essere i primi quelli più colpiti dalle conseguenze del sisma.

Col terremoto hanno perso quel magico punto di riferimento che era il centro storico con la sua “movida”: i pub, le birrerie, i piccoli locali nei vicoli attorno a piazza Duomo, lo struscio sotto i portici. Oggi questo non c’è più. Il terremoto ha cacciato tutti, donne e uomini, giovani e anziani, disperso le tradizioni, le abitudini, i punti di ritrovo, gli appuntamenti di sera nella città vecchia, l’aperitivo nei bar della piazza o di fronte al Comune.

I più giovani si ritrovano a vagare per i centri commerciali. I pub hanno trovato temporanea accoglienza in luoghi strani e improbabili. Viale della Croce Rossa, la sera si anima, ma non è la stessa cosa, perché molto è lasciato al caso, a un’improvvisazione che ripetete ogni giorno una realtà precaria e provvisoria.

Poi ci sono i villaggi, sorti in sei mesi attorno all’Aquila. Puliti, funzionali, ma accoglienti soltanto all’apparenza perché mancano anch’essi di luoghi d’aggregazione: il bar, il parrucchiere, il pub, la sala multifunzionale della parrocchia o dell’associazione.

Ricreare una vita sociale nella città terremotata, è un’esigenza avvertita subito dopo il sisma, specie da quanti non hanno più casa e chissà quando potranno rientrarvi.
Così vanno accolti con soddisfazione questi otto milioni di euro che arrivano, meglio tardi che mai, con una legge regionale “molto rapida”, ha detto Giorgio De Matteis, vice presidente del Consiglio regionale. Non sono molti è vero, ma possono e devono essere considerati i primi di uno stanziamento più consistente.

Serviranno per realizzare un luogo di aggregazione in piazza San Bernardino, tra la scalinata e la Basilica, in pieno centro storico.

E’ prima di tutto un segno che la città antica verrà rivitalizzata, non sarà abbandonata, dai cittadini e dalle istituzioni, come dimostra questa iniziativa.

Una parte dei soldi andrà anche a progetti culturali che coinvolgeranno anziani e giovani, e a interventi di tipo sociale di associazioni no profit. Il tutto in vista di quella che sarà la città del futuro.

Ricostruire L’Aquila, non soltanto le case e i quartieri, ma anche la volontà di rinascere delle persone. E’ questo che la politica e gli uomini che ne sono interpreti devono tenere a mente, per essere credibili e scaldare con la fiducia il cuore della gente.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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