L’AQUILA – Estendere la sinergia pubblico-privato, sulla movimentazione di rifiuti da cantiere e macerie, anche dopo la fase di interregno regolamentata dall’ultima OPCM. Questa la richiesta congiunta di ANCE, Confindustria e CNA al Commissario per la Ricostruzione Gianni Chiodi ed al Governo.
I fatti: l’ultima ordinanza governativa di giugno è andata a sanare il blocco dei lavori della ricostruzione nel cratere, determinato dalla presenza di inerti e macerie nei cantieri e, così come richiesto dalle associazioni di categoria, ha consentito che anche i soggetti privati concorressero al trasporto e smaltimento dei materiali.
A questi ultimi era stata tolta questa possibilità da un’ordinanza del febbraio scorso, la numero 3923, che affidava il compito ai Vigili del Fuoco, Forze Armate e ASM, previa nomina di un soggetto attuatore. Tale soggetto attuatore è stato individuato in Giuseppe Romano, ma non ancora investito operativamente dell’incarico.
In questo interregno vale l’ordinanza di giugno, numero 3945, che consente ai privati di operare fino a quando il soggetto attuatore non sarà messo in condizioni di coordinare le operazioni delle forze pubbliche che agiranno, secondo la normativa tutt’ora vigente, in via esclusiva.
Per questo oggi le categorie imprenditoriali lanciano preventivamente l’allarme sulle condizioni che si determineranno non appena la situazione entrerà a regime: le ditte locali rischiano di essere messe al palo dopo aver investito in nuovi mezzi e nuovi addetti.
“Ricordiamo che l’ordinanza che oggi vige è transitoria e presto il problema si ripresenterà” – mettono in guardia i rappresentanti delle ditte – “La situazione va risolta in via definitiva con una normativa che regolamenti la collaborazione tra il pubblico ed il privato e che valga per tutta la durata della ricostruzione.
In questo modo, non solo le forze dello Stato potranno avvalersi dell’esperienza degli operatori locali ma la sinergia permetterà di accorciare i tempi e di salvaguardare centinaia di posti di lavoro nel settore, che sviluppa un fatturato di decine di milioni di euro. Il settore, a livello locale, ” – continuano le associazioni imprenditoriali – ” è inoltre garanzia rispetto ad alcuni paventati rischi d’infiltrazioni malavitose. Ma se non bastasse la reputazione potremmo anche orientarci su garanzie certificate, tramite l’iscrizione ad una white list obbligatoria presso la Prefettura”.
Gli imprenditori concludono: “Abbiamo dovuto attendere da febbraio a giugno prima che si emanasse un’ordinanza risolutiva del blocco delle macerie, ci aspettiamo che ora si scriva per tempo il provvedimento necessario e che il Governo dia subito un cenno sulle proprie intenzioni”.
Macerie. ance, confindustria e cna: “estendere sinergie pubblico-privato”
"Ditte locali rischiano di essere messe al palo"