Il presidente del Soccorso alpino e speleologico dell’Abruzzo fornisce i consigli per affrontare in sicurezza la montagna più amata degli Appennini: il Gran Sasso. “Portare tanta acqua, calzature giuste, equipaggiamento, partire all’alba (o quasi) ed evitare i bambini sui percorsi più frequentati” come la normale, la direttissima e le creste, dove nei giorni intorno a Ferragosto si accalcano decine di persone non sempre esperte

L’AQUILA – Settimana di Ferragosto di fuoco per il Soccorso alpino e speleologico dell’Abruzzo. Sono oltre 20 gli interventi di soccorso che hanno visto impegnati tecnici e sanitari del Cnsas su tutto il territorio regionale, partendo dalle Gole di Fara San Martino, passando per le aree di Caramanico e Pescasseroli, per finire sul Gran Sasso. L’ultimo incidente in ordine cronologico ieri mattina sulla via normale alla vetta occidentale del Corno Grande, vittima un escursionista di 35 anni che, perdendo l’equilibrio sull’ultimo tratto di cresta, è caduto per circa 25 metri nel ghiaione sottostante, riportando diversi traumi. L’uomo, una volta raggiunto dall’équipe a bordo dell’elisoccorso decollato da Pescara, è stato stabilizzato e verricellato a bordo, per poi essere trasportato all’ospedale dell’Aquila. E l’appello del presidente del soccorso Alpino e speleologico abruzzese Daniele Perilli è di prestare massima attenzione proprio in nei giorni della settimana di Ferragosto. Tanta è la voglia di poter fare l’esperienza di salire sul Gran Sasso, ad esempio, una delle montagne più gettonate del territorio abruzzese. Spesso affrontata, soprattutto per quanto riguarda il Corno Grande, senza la dovuta cautela, il giusto equipaggiamento (abbigliamento adatto anche ad affrontare bruschi cambi meteorologici, sempre possibili in montagna), cibo abbondante e nutriente, acqua, e, soprattutto, senza la dovuta consapevolezza del fatto che il Gran Sasso non è una montagna di serie ‘B’ , da prendere, insomma, sottogamba. In quattro giorni, spiega Perilli, il Soccorso alpino abruzzese ha effettuato una trentina di interventi prevalentemente sul Gran Sasso.

“Sono diversi gli ordini di precauzioni che vanno tenuti a mente quando si intende affrontare un’escursione – spiega Perilli -: innanzitutto, il fatto che il territorio è frequentato da tante persone nei mesi estivi e a maggior ragione nei giorni delle ferie di Ferragosto. Oltre il 95% degli incidenti riguarda escursionisti; gli alpinisti sono coinvolti ma in numero nettamente inferiore. Il 75% di queste persone non indossa calzature adatte per la montagna – aggiunge Perilli -; in discesa, dunque, spesso si scivola o si perde l’equilibrio e tutto questo si traduce in caviglie e scapole rotte, viso ferito o anche di peggio”. Perilli ricorda che proprio ieri è stata soccorsa una persona alla Conca degli invalidi, sulla normale del Gran Sasso: un escursionista scivolato sul fondo breccioso nella parte finale del sentiero, dove ci sono rocce taglienti.

“Bisogna tener conto, poi, che le temperature sono ancora alte – sottolinea il presidente del soccorso alpino abruzzese -, quindi pensare di prepararsi in modo adeguato anche dal punto di vista della nutrizione, portando con sé una grande quantità di acqua, ma anche di sali minerali e di viveri per evitare di disidratarsi e bloccarsi perché stanchi e deboli e, dunque, obbligati a ricorrere al soccorso”; che, aggiungiamo noi, non è un taxi. “È sempre sconsigliato – aggiunge ancora Perilli – portare in quota i bambini se non hanno un’adeguata preparazione atletica e forza muscolare ed esperienza, soprattutto nei weekend festivi come quello del Ferragosto quando, per l’alto numero di escursionisti che affrontano i sentieri principali del Corno Grande, possono cadere sassi. Io personalmente – chiarisce il presidente – non mi prenderei la responsabilità di portare mio figlio su questi sentieri nelle fine settimana più attrattive. Bisogna avere la capacità di scegliere di organizzare percorsi diversi”. D’altra parte il Gran Sasso è lì e non scappa. Inoltre, bisogna essere fisicamente pronti e preparati, aggiunge Perilli, e occorre saper leggere e orientarsi sulle cartine: non è sufficiente affidarsi a mappe, tracciati o app online, perché il telefono potrebbe non funzionare, potrebbe non esserci, in montagna, la possibilità di una connessione internet. Importante, inoltre, scaricare la app, ora gratuita, Georesq, che in caso di necessità durante le attività outdoor, permette di inviare un allarme direttamente al Soccorso alpino e speleologico comunicando il percorso e la propria posizione. Il servizio, che si integra e non sostituisce i numeri di emergenza, è realizzato in collaborazione con il Cai, il Club alpino italiano e con il supporto del ministero del Turismo. 

Un’altra importante buona regola, sottolinea il presidente del Cnsas regionale, è affrontare escursioni partendo molto presto: “Quasi all’alba, in modo da essere già sulla via del ritorno nelle ore più calde della giornata, sia per evitare gli effetti negativi delle alte temperature, sia per evitare l’afflusso di gente che renderebbe più carico di rischi un percorso apparentemente alla portata di tutti”.

C’è poi un altro importante problema che attiene forse anche al senso civico delle persone, e che sta interessando Campo Imperatore in questi giorni: e cioè l’abitudine dei turisti e degli escursionisti di occupare il piazzale davanti all’albergo, spazio di atterraggio degli elisoccorso, tra l’altro ampiamente e inequivocabilmente segnalato con una grande ‘H’. Una situazione che, ad esempio, si è verificata proprio ieri, con i soccorritori che, a bordo, hanno dovuto invitare con un altoparlante la gente distesa al sole a sgomberare rapidamente il piazzale per permettere l’atterraggio. Non va affatto sottovalutato, inoltre, sottolinea Perilli, l’importanza dell’uso delle racchette, che contraddistingue, per l’appunto gli escursionisti più esperti. “Il contatto con il terreno – spiega – non è con le mani, bensì con i piedi e, appunto, con le racchette. Questo fa capire che se non si indossano calzature adatte le probabilità di scivolare e farsi male aumentano”. 

Intanto, l’appello lasciato dal Cnsas Abruzzo sul proprio profilo Facebook: “Nella giornata di ieri (15 agosto, ndr), e negli scorsi giorni, si sono susseguiti decine e decine di interventi del Soccorso Alpino per incidenti, in molti casi, purtroppo, mortali: 10 persone hanno perso la vita in alta montagna nell’ultima settimana. Altri interventi ci hanno visti protagonisti per recuperare escursionisti in ciabatte da mare o per recuperare gruppi che, in poche ore, si sono persi tre volte sullo stesso sentiero. Al Soccorso alpino spetta il compito di soccorrere chi è in difficoltà, chiunque esso sia e ovunque si trovi. Non spetta a noi giudicare i comportamenti delle singole persone, fatto salvo casi eccezionali. Tutti noi siamo amanti della montagna e delle attività in quota, sempre consapevoli che il rischio 0 in montagna – come in tanti altri ambienti ove si pratica sport – non esiste. Da parte nostra, però, l’invito ad approcciarsi con estrema prudenza all’ambiente montano – in particolare quando non lo si conosce o non si ha sufficiente esperienza. Equipaggiamento adeguato, preparazione tecnica, competenza e un’approfondita pianificazione delle escursioni sono elementi imprescindibili per vivere al meglio la montagna (anche a quote basse!). A tutte e a tutti, un buon proseguimento della settimana di Ferragosto da parte del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico”.

Condivisione.
  • Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666
  • Direttore responsabile: Christian De Rosa
  • Editore: Studio Digitale di Cristina Di Stefano
  • Posta elettronica:
  • Indirizzo: Viale Nizza, 10