di Marianna Gianforte

L’AQUILA – L’università dell’Aquila ha pubblicato il ‘Bando di selezione per il conferimento di borse di studio ai fini della partecipazione alla campagna di scavo archeologico -della quale è responsabile il docente di Archeologia medievale e cristiana nella facoltà di Scienze umane Alfonso Forgione – nel sito del Campo di Santa Maria di Amiternum’, vicino all’anfiteatro romano. Una notizia attesa da tempo nell’ambiente degli studiosi e ricercatori in archeologia, in modo particolare da studenti e studentesse universitari che potranno, così, avere un’importante occasione di ricerca in un territorio ricco di storia e dalle tante sfaccettature sconosciute ancora da indagare. C’è tempo sino a mercoledì 1 giugno per rispondere al bando.

“Si tratta di 20 borse di studio destinate a studentesse e studenti che parteciperanno alla campagna di scavo archeologico nel sito di ‘campo Santa Maria di Amiternum’ – spiega Forgione, che è responsabile anche del laboratorio archeologico dell’università dell’Aquila, oltre a ricoprire il ruolo di responsabile del polo museale di ateneo -. L’attività di scavo rientra nel progetto strategico di ateneo denominato ‘Amiternum e la sua cattedrale’, che prevede di trasformare il sito archeologico all’interno dei terreni di proprietà dell’università, in un laboratorio multidisciplinare per i propri studenti e ricercatori, un polo culturale di eccellenza del territorio aquilano e un esempio virtuoso di welfare culturale”. Lo scavo è reso possibile su concessione della soprintendenza dell’Aquila e di Teramo, e sostenuto grazie a un finanziamento di 25mila euro concesso dal Comune dell’Aquila; molto importanti anche le collaborazioni con la direzione regionale del museo d’Abruzzo e con la fondazione Carispaq.

Il progetto dell’università ha lo scopo di valorizzare l’area archeologica nella quale la cattedrale longobarda è stata rinvenuta negli anni scorsi (tra il 2014 e il 2015), risalente al VII secolo e che sorgeva appunto nella zona dell’anfiteatro romano di Amiternum. Nel 2020 l’università ha acquistato i terreni sui quali sorgono i resti di questa antica cattedrale, sottoposti alla tutela del ‘Codice dei beni culturali’ e alla vigilanza dalla soprintendenza, con l’intento di portare a compimento un progetto più ampio: trasformare l’area d’indagine in un laboratorio di ricerca per le discipline storiche, archeologiche e museografiche per la promozione del patrimonio culturale del territorio, ma anche ingegneristiche, legate alle ricostruzioni tridimensionali. Un’occasione irripetibile per trasformare il sito archeologico in un esempio di “welfare culturale – come venne a suo tempo spiegato dall’università -, proponendo visite immersive e innovative al sito archeologico”, che diventerebbe, così, anche un forte stimolo per la comunità locale. I beneficiari di questo progetto saranno gli abitanti del territorio aquilano, che potranno ulteriormente avvicinarsi alla propria cultura, storia e alle proprie origini; ma anche gli studenti dell’ateneo.

“Le indagini archeologiche – aggiunge Forgione – oltre a costituire un utile strumento di formazione per studenti in discipline archeologiche e in tecnologie applicate ai beni culturali, sono finalizzate alla continua valorizzazione e promozione del sito archeologico e delle ricerche dell’ateneo in campo umanistico e scientifico”

PARCO ARCHEOLOGICO E FLUVIALE

Sull’area archeologica di Amiternum nelle passate settimane, intanto, si è acceso di nuovo il dibattito sull’opportunità di attuare un grande progetto di riqualificazione e rilancio non soltanto del territorio oggetto di scavi, ma anche dell’intera zona a ridosso dell’abitato di San Vittorino, oggetto di degrado e di continue discariche abusive. In una nota diffusa ad aprile, all’indomani della notizia finalmente del nuovo parere della soprintendenza successivo alla sentenza del Consiglio di Stato, stavolta positivo rispetto alla realizzazione della variante del Cermone, l’ex assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano ha rimarcato l’esigenza di destinare all’area risorse del Pnnr per far nascere “un grande ‘polmone’ culturale, ambientale e turistico” di ampio “respiro strategico per San Vittorino, Preturo e Arischia, ma anche per Pizzoli e Scoppito e per l’intera città”.

La prosecuzione della strada, sottolinea l’ex amministratore, consentirebbe di aggirare l’antico teatro di Amiternum, una premessa per realizzare il ‘parco archeologico di Amiternum’ con, al suo interno, anche il ‘parco didattico del fiume Aterno’, uno degli assi portanti nel nuovo piano regolatore ancora in stand by.

Infatti, l’attuale tratta stradale dalla rotatoria di San Vittorino fino a quella del Cermone divide l’area archeologica di Amiternum, separando il teatro dall’anfiteatro. “Con la realizzazione della bretella – sottolineò Di Stefano – si potranno ricongiungere i due punti di maggiore interesse archeologico, creando un unicum”. Non solo: l’attuale tratta davanti al teatro dovrà esser resa pedonabile e ciclabile.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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