Uccide la moglie e i due figli e poi si suicida. E’ quanto accaduto nel pomeriggio in una villetta alla periferia dell’Aquila.

Secondo le prime informazioni, l’omicida sarebbe il medico aquilano Carlo Vicentini, primario di urologia all’ospedale di Teramo. Avrebbe ucciso la moglie e due figli Massimo, di 43 anni e Alessandra di 36, con una pistola regolarmente detenuta e poi si è suicidato. Sul posto la Polizia e il magistrato di turno. 

Alla base della tragedia, secondo quanto trapela dalle primissime indagini, ci sarebbero le condizioni molto gravi di uno dei due figli. 

“Siamo devastati. E’ una tragedia che non riusciamo a spiegarci: il professor Vicentini era un urologo molto bravo ed apprezzato oltre che un uomo gentile, sensibile e disponibile”. Così il direttore generale della Asl di Teramo Maurizio Di Giosia.

“Era andato in pensione circa un mese fa, dopo aver fatto un grandissimo lavoro nella nostra azienda, nel reparto di urologia a gestione universitaria – continua il dg – al momento del pensionamento il reparto è tornato a gestione ospedaliera, ma ha continuato con il grande lavoro impostato da Vicentini che era medico ricercato da fuori Teramo e fuori regione”.

Chi era Carlo Vicentini
Vicentini era un professionista stimatissimo in Abruzzo e appena tre mesi fa aveva lasciato il suo incarico ospedaliero a causa del mancato rinnovo della convenzione tra il nosocomio e l’Università degli Studi de L’Aquila. Laureato nel 1978 in medicina e chirurgia, il dottore aveva conseguito la specializzazione in urologia nel 1981 diventando primario otto anni più tardi. Oltre alla professione medica, esercitata nelle corsie degli ospedali, Vicentini era anche un docente universitario e un ricercatore con all’attivo centinaia di pubblicazioni scientifiche su alcune delle più importanti riviste del settore.

Testimonianze e ulteriori particolari 

Risalirebbe a circa le 2 della notte tra mercoledì e giovedì l’ultimo accesso su WhatsApp del telefono della 36enne Alessandra Vicentini uccisa dal padre Carlo insieme alla madre e al fratello. Questo quanto si apprende dalle testimonianze dei vicini di casa della villetta alle porte della frazione di Tempera (L’Aquila). Al vaglio degli inquirenti tutti i telefonini. Nessuno dei vicini potrebbe indicare con certezza l’ora dell’omicidio suicidio.

“Viviamo in una zona dove il rumore dei colpi può essere facilmente confuso – spiega un vicino nella villetta di fronte. Non abbiamo sentito nulla di particolare, pur notando che la casa del dottor Vicentini è rimasta chiusa per tutta la giornata di ieri”.

Fuori dall’abitazione anche Giovanni Vicentini, fratello dell’urologo:

“Mi aveva detto due giorni fa che con tutta la famiglia sarebbe andata al mare a Tortoreto – spiega – ieri ho provato a contattarlo senza ricevere risposta. Ho solo visto che le finestre erano abbassate e ho pensato fossero già partiti. Solo oggi, con delle chiavi secondarie sono andati ad aprire, rendendosi conto della tragedia.”

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