Si terrà mercoledì 8 marzo, alle 17,30, presso la libreria Colacchi in Corso Vittorio Emanuele, 5, la presentazione del libro di Esmail Mohades, “Non si può incatenare il sole”, con la prefazione di Dacia Maraini. A dialogare con l’Autore, la giornalista Roberta Galeotti insieme alla direzione della casa editrice Menabò.
Il libro racconta le storie Puoran Najafi e Hengameh Hajhassan, due giovani donne arrestate nel 1981 dal regime iraniano. La loro colpa? Lo spiega l’autore, l’ingegner Esmail Mohades, laureatosi a L’Aquila in quegli stessi anni e da sempre attivo nella lotta al regime iraniano, posizione che naturalmente gli ha impedito di far ritorno in patria: “Erano due semplici ragazze – spiega – una di loro faceva l’infermiera, ma aveva la ‘colpa’ di curare i feriti della repressione, l’altra distribuiva volantini”. Nel 1985, poi, la guerra con Iraq e le proteste che arrivavano anche dalle fazioni interne, così il regime ha allentato la presa, liberando alcuni prigionieri, tra cui proprio Puoran Najafi e Hengameh Hajhassan. “Come è avvenuto anche per i prigionieri dei campi di concentramento nazisti – sottolinea l’ingegner Mohades – coloro i quali hanno subito le atrocità più pesanti, una volta fuori non avevano la forza di raccontare. Puoran Najafi e Hengameh Hajhassan hanno visto il carcere e conosciuto la durezza del regime, ma quando sono uscite hanno anche trovato la forza di raccontare”. Da qui nasce il libro “Non si può incatenare il sole”, che racconta la storia delle due giovani iraniane, che dopo la liberazione hanno raggiunto i campi della resistenza iraniana in Iraq. Qui, però, una delle due è stata uccisa da guerriglieri al soldo del regime, mentre l’altra ha raggiunto i campi della resistenza in Albania, da dove conduce ancora la sua lotta.
Appuntamento, quindi, mercoledì 8 marzo alle 17,30 presso la libreria Colacchi, per la presentazione della seconda edizione di “Non si può incatenare il sole”, con una nuova introduzione aggiornata alla nuova rivolta seguita all’uccisione di Mahsa Amini, giovane curda iraniana di 22 anni in vacanza a Teheran, arrestata e picchiata a morte in un commissariato perché “mal velata”.
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