L’AQUILA – E’ fuori controllo da piu’ di due anni un focolaio di tubercolosi bovina nel Parco d’Abruzzo. L’orso marsicano, l’orso a più alto rischio di estinzione al mondo, potrebbe scomparire improvvisamente, come si desume dalla letteratura scientifica. Ma Salviamo l’Orso teme che la possibile diffusione della malattia non sia monitorata e ci siano serissimi rischi per tutta la fauna selvatica del Parco oltre che per le persone che vivono nel territorio del Parco e per i visitatori.

Un focolaio attivo da almeno due anni:

I pascoli del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise sono contaminati dal batterio della tubercolosi bovina e il fatto non è recente. Il primo focolaio fu infatti rilevato nel luglio 2012, ma da allora la malattia non è stata eradicata dal territorio e anzi, ha mietuto almeno una vittima nella ridottissima popolazione di orso marsicano: un’orsa nel pieno dell’eta’ riproduttiva è morta nel marzo scorso a causa della tubercolosi; il batterio killer come hanno accertato le analisi, era lo stesso del focolaio rilevato ben due anni prima.

Illegalità e inefficienza gestionale:

Il primo focolaio di tubercolosi è stato rilevato in una
mandria di vacche in un paese al confine con il Parco d’Abruzzo, Gioia dei Marsi. Nei due
anni seguenti reiterati episodi di illegalità da parte di alcuni allevatori, nonché il ritardo od il mancato intervento delle istituzioni coinvolte (ASL, Parco d’Abruzzo, Regione Abruzzo), necessario ad arginare e gestire l’emergenza, ha fatto sì che la situazione sia rimasta fuori controllo e le implicazioni di questo sono gravissime.

Gli orsi si abbeverano con le vacche potenzialmente infette: Le mandrie in quarantena e i capi sospetti di essere infetti non sono stati tenuti in isolamento. Un vitello potenzialmente infetto è stato predato da un orso e tracce della presenza di orsi sono state trovate nei recinti e vicino agli abbeveratoi delle vacche in quarantena: orsi e animali domestici (vacche e cavalli ) hanno frequentatolo lo stesso fontanile e si sono nutriti sul medesimo carotaio vivendo in promiscuita’ per un lungo periodo. L’orso marsicano è ridotto a solo 50 esemplari caratterizzati da una ridottissima variabilità genetica: una malattia come la tubercolosi, ed altre già rivelate da diversi studi all’interno dell’areale della popolazione di orso marsicano, in caso di epidemia , ne cancellerebbero l’esistenza sul pianeta per sempre
Il piano di bonifica c’è, ma non si attua: Secondo gli esperti riuniti in un Tavolo Tecnico
Sanitario appositamente costituito presso il Ministero della Salute si devono mettere in atto con urgenza delle misure per bonificare il territorio e monitorare la fauna selvatica con la istituzione di una zona infetta e l’intensificazione della sorveglianza. Purtroppo non solo niente di tutto cio è stato messo in pratica, ma la situazione è talmente fuori controllo che ad oggi ci sono ancora alcuni capi di bestiame potenzialmente infetti che risultano dispersi. in barba alle leggi vigenti a tutela della salute umana.

Pericolo per l’uomo: Va infatti ricordato che la tubercolosi può contagiare anche l’uomo:
quali garanzie ci sono ad oggi per coloro che vivono nel Parco o che decidono di visitarlo?

Salviamo l’Orso ritiene che la situazione sia ormai fuori controllo e riveli drammaticamente l’insufficienza dell’azione delle amministrazioni competenti nel fare fronte alle problematiche della conservazione dell’orso, anche quando questo implica il solo rispetto di leggi e norme già vigenti e, tra l’altro, a tutela della salute umana. Salviamo l’Orso chiede quindi che venga subito istituita la zona infetta, che nella zona infetta per la prossima stagione sia prima di tutto vietato il pascolo cosi come fu gia’ richiesto a Giugno scorso dal Ministero della Salute, richiesta ignorata dall’ASL competente e dai Servizi Veterinari regionali, che l’area sia bonificata ed i controlli sanitari e di sorveglianza intensificati .

Dichiara Stefano Orlandini, Presidente di Salviamo l’Orso: Noi chiediamo inoltre che l’esercizio zootecnico, perlomeno all’interno delle aree protette, venga attentamente pianificato nella forma, nei tempi e nella localizzazione per garantirne la reale compatibilità con la conservazione della biodiversità e che, nell’areale dell’orso marsicano in particolare, venga considerata attività comunque subordinata alle esigenze di conservazione della specie.

L’Orso marsicano:

L’orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus) è ad altissimo rischio di estinzione.
L’ultima stiama dei ricercatori dell’Università La Sapienza di Roma parla di soli 50 esemplari. E’ protetto da norme europee (allegati II e IV della Direttiva 92/43/CEE “Habitat”) in quanto specie di interesse comunitario e prioritario. L’orso marsicano vive nell’Appennino centrale I principali fattori di rischio per questo orso sono la mortalità indotta dall’uomo, la perdita di habitat idoneo, il disturbo in siti cruciali quali i siti di svernamento e i siti di alimentazione in
periodi critici. Inoltre nel caso dell’orso marsicano la ridotta dimensione della popolazione, probabilmente ben al di sotto della minima popolazione vitale e quindi con una bassissima variabilità genetica congiuntamente ad un precario stato sanitario, è un altro gravissimo fattore di rischio. E’ stato anche evidenziato come gli effetti derivanti dalle infrastrutture e dalla presenza di attività antropiche di vario genere si ripercuotano negativamente sull’ecologia della specie e la sua conservazione

● Minacce antropiche (bracconaggio, sostanze tossiche, incidenti stradali)
● Frammentazione dell’habitat
● Disturbo
● Variabilità genetica e stato sanitario
● Interazioni con il bestiame domestico
● Infrastrutture, attività antropiche e trasformazione dell’habitat
● Scarsa sensibilizzazione e burocrazia amministrativa

L’orso bruno marsicano e la tubercolosi bovina:

http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/allegati/biodiversita/scheda_TTP_TBC_orso_bruno_marsicano.pdf

Salviamo l’Orso:

Fondata nel Settembre 2012, Salviamo l’Orso è un’associazione di volontari che lavora per salvare l’orso marsicano dall’estinzione e raccogliere attorno a sè, diventandone un punto di
riferimento, tutti coloro che hanno a cuore le sorti del plantigrado e del suo habitat naturale.
Salviamo l’Orso vuole essere di stimolo alle istituzioni competenti affinché si faccia di più,
con più coraggio e determinazione, per conservare questa specie simbolo dell’Italia.
Pur essendo di recente costituzione l’associazione ha già ricevuto due finanziamenti per un
totale di 16mila euro dalla famosa azienda di abbigliamento sportivo Patagonia.
Il primo progetto, sulla sicurezza stradale, è già stato portato a termine, il secondo che ha
come obiettivo la vaccinazione dei cani per la prevenzione delle malattie nell’areale
dell’orso marsicano è in corso di realizzazione.

Orso marsicano nel suo ambiente naturale
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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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