L’AQUILA –  “Se dal punto di vista umano e morale la scelta di Massimo Cialente e’ comprensibile ed anche condivisibile, sul piano pratico e politico rischia di essere un autentico harakiri che condurra’ ad una infinita’ di problemi per la ricostruzione e per il rilancio economico del comprensorio”. Lo afferma il segretario generale di Apindustria L’Aquila, Massimiliano Mari Fiamma. Il momento – osserva – non poteva essere peggiore di questo ed e’ infatti il tempismo degli sviluppi dell’inchiesta che lasciano piuttosto perplessi dato che sui puntellamenti, avvenuti da quattro a due anni fa, c’erano dubbi ed indagini gia’ da molto tempo. L’epilogo pero’ e’ giunto proprio all’indomani del ‘tradimento’ del governo che ha stanziato fondi non solo insufficienti ma addirittura ridicoli per la ricostruzione e all’indomani dell’uscita del regolamento attuativo del bando della delibera Cipe (100 milioni di euro) che, senza recepire le puntuali e articolate proposte di tutti gli attori economici del territorio, e’ stato varato sotto l’albero di Natale (il 23 dicembre scorso) con un testo assurdo. E’ facilmente prevedibile – dice Fiamma – che i fondi previsti non saranno spesi o saranno spesi malissimo ma, nel frattempo, Invitalia, cosi’ com’e’ stato per la Zona Franca (3,6 milioni di euro di compensi percepiti per la gestione su 90 milioni in tre anni di stanziamento), godra’ dei benefici del ‘lavoro’ svolto qualsiasi sia il risultato. Come non bastasse il ministro Trigilia, palesatosi alcune volte tra le macerie con carichi di promesse disattese, chiamato in causa dall’ex sindaco ha pubblicamente affermato che il ‘governo non e’ un bancomat’ e che e’ inutile chiedere un miliardo l’anno quando la capacita’ di spesa e’ della meta’. In questa palude – osserva infine il segretario generale di Apindustria – va da se’ che le dimissioni del sindaco Cialente risultino molto gradite a chi a Roma sta cercando di nascondere le proprie incapacita’ a fornire risposte a un territorio allo stremo, incapacita’ di trovare le risorse per la ricostruzione ed incapacita’ di affrontare una discussione seria in sede europea su come fronteggiare le catastrofi naturali con una politica comunitaria”.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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