la Pro loco di San Demetrio ne’ Vestini (L’Aquila)
presentano la 3ª edizione del
Presepe vivente
26 dicembre 2013
dalle 15 alle 18
I pastori, la Natività, gli antichi mestieri, Erode e molto altro
accompagneranno il visitatore attraverso un percorso guidato, irreale
e suggestivo all’interno delle Grotte di Stiffe, per un pomeriggio
ricco di emozioni e meraviglie.
Il Presepe italiano ha avuto origine con S. Francesco, nel 1223, a
Greccio. Rappresenta la vittoria della Luce sulle Tenebre e la
Rinascita spirituale, è collegato ad antichi riti pagani: si
festeggiava la nascita del Sole il 25 dicembre. È ricco di
simbolismi. È un viaggio in cui ripercorriamo le strade della memoria,
i gesti dell’infanzia, nel Tempo e nelle profondità dell’Anima;
“rito” antico, collettivo e individuale, evoca dimensioni quasi
dimenticate, parla un linguaggio di cui abbiamo smarrito l’alfabeto,
ma che echeggia in noi.
La grotta, simbolico e incerto confine tra luce e tenebre, accesso al
regno dei misteri, mondo magico, simbolo materno, luogo della nascita
miracolosa, conduce alle viscere della terra, ove, vincendo le angosce
del buio, si partecipa alla nascita del Sole.
L’acqua: elemento indispensabile, presente nel pozzo, nella fontana,
nei fiumi e nelle cascate. È simbolo di purezza e di vita.
I Pastori sono gli umili, i diseredati di tutta l’umanità, si mettono
in cammino, il neofita si mette in viaggio, arriva alla grotta: il
mistero gli viene rivelato.
Le pecore rappresentano il popolo di Dio, Cristo è unico Pastore.
Le Filatrici e le Tessitrici creano un dono per il Salvatore. La
vecchia che fila la lana, nella mitologia greca, Cloto, una delle tre
Moire, presiedeva al Destino dell’uomo. La filatrice simboleggia il
tempo che passa nell’attesa dell’Evento, la Natività, il Rinnovamento,
la contrapposizione tra il vecchio e il nuovo.
L’arrotino rappresenta il Tempo, l’eterno ritorno, la ruota gira,
restituisce la vita a coltelli e forbici; è un pellegrino in cammino
come l’umanità.
I ferri e i chiodi del fabbro ricordano i ferri e i chiodi della
croce. Il ferro rimanda al mondo degli inferi, all’allegoria della
Morte, ma anche alla Rinascita: trasforma la materia in nuove forme di
vita, attraverso il fuoco, energia vitale.
Lo scalpellino, a partire da blocchi di pietra, realizza portali più o
meno elaborati, a seconda della disponibilità economica
dell’acquirente, realizza mangiatoie, fontane, mortai per uso
domestico, pietre per i pozzi e brecce per i fondi stradali.
Gesù nacque a Betlemme in Giudea, al tempo del Re Erode, i Magi
domandavano “Dovè il neonato re dei Giudei?[
] siamo venuti ad
adorarlo”.[
] il re Erode fu preso da spavento [
] disse ai Magi
“Andate [
] qualora lo troviate, fatemelo sapere, in modo che anch’io
possa andare ad adorarlo”, ma essi per un’altra via fecero ritorno al
proprio paese”. Erode ricorda la Strage degli innocenti.
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il
censimento di tutta la terra. Maria e Giuseppe andarono a Betlemme a
farsi registrare. Sulla strada di Betlemme accade qualcosa che muterà
il corso della storia: nei tempi della città terrena ci sono i tempi
della città di Dio.
Le Lavandaie, metafora del parto, purificano le vesti, nei pressi
alla fonte. Mentre Maria stava presso la fonte, le apparve un
angelo, spaventata, si rifugiò in casa, l’angelo La raggiunse e Le
annunciò la nascita di Gesù.
Il Pastore che dorme è Benino, dorme e sogna, è una condizione di
non-coscienza che permette un viaggio iniziatico/evolutivo, il fine
ultimo è il Risveglio, la Rinascita della coscienza a un livello
superiore, oltre la sfera terrena. Simboleggia il cammino esoterico
verso la grotta, il percorso in discesa attraverso il sogno, è colui
che sogna il presepe e guai a svegliarlo: di colpo il presepe
sparirebbe!
La famiglia. Nell’antica Roma, gli Antenati defunti vegliavano sulla
famiglia, venivano rappresentati con statuette, scambiate in dono, tra
parenti, il 20 Dicembre. Compito dei bimbi era lucidare le statuette e
disporle in un piccolo recinto, che rappresentava un ambiente
bucolico, dinanzi al quale, la famiglia si riuniva per invocare la
protezione degli avi e lasciare ciotole con cibo e vino. Il mattino
seguente, al posto delle ciotole, cerano giocattoli e dolci,
“portati” dai trapassati nonni e bisnonni.
Il Pescatore è vicino alle acque di un fiume, dove tutto scorre,
compresa la vita stessa. Allude al Pescatore di anime, Cristo,
rappresentato nelle catacombe con il simbolo del pesce.
Il Falegname non può mancare nel presepe, richiama il mestiere di San
Giuseppe, presenza paterna, umile e laborioso. I falegnami erano gli
artigiani più rispettati, oltre a saper leggere e scrivere,
conoscevano nozioni di aritmetica, geometria e fisica. Costruivano
mobili e suppellettili, con poveri strumenti a disposizione, i più
abili costruivano e riparavano botti.
NATIVITA’. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, giunse per lei il
momento del parto, dette alla luce il suo primogenito, lo avvolse in
fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non vi era posto per loro
nell’albergo.
Questo Natale ci doni l’umiltà, la capacità di accontentarci di ciò
che abbiamo, di non cercare sempre maggiori ricchezze e il
raggiungimento del successo a tutti i costi.
I Re Magi: Rappresentano il viaggio notturno della stella cometa. Essi
si mossero da Oriente. All’inizio erano rappresentati in groppa a tre
diversi animali, il cavallo, il dromedario e l’elefante che
rappresentano: l’Europa, l’Africa e l’Asia. Sapienti, re e
sacerdoti. Il Vangelo non parla del loro numero. Rivelano l’esistenza
di qualcosa di molto più appetibile e soddisfacente dei beni della
terra: l’incontenibile aspirazione dell’uomo verso
l’auto-realizzazione, richiamano i tre colori della trasformazione
alchemica della coscienza verso la consapevolezza assoluta, nigredo,
rubedo e albedo, e le tre età della vita: giovinezza, maturità e
vecchiaia.
È necessario, per ogni tempo, poter entrare con tutto il nostro essere
nel più profondo segreto dell’universo, altrimenti la grotta di
Betlemme, i pastori, i magi, l’asino e il bue, saranno solo una
leggenda.
È Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
È Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.
È Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
È Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano.
È Natale ogni volta
che riconosci i tuoi limiti e la tua debolezza.
È Natale ogni volta
che permetti al Signore di amare gli altri attraverso te.
(Madre Teresa di Calcutta)
(Testi curati da Giuseppina Riocci Pro Loco San Demetrio N. V.)
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