L’AQUILA – Appello per L’Aquila ribadisce la propria contrarietà a quanto propone la Giunta Comunale riguardo 650 ettari di territorio comunale, le cosiddette “aree bianche”, perché segna la totale rinuncia a qualsiasi scelta di pianificazione, in particolare di quegli spazi pubblici di cui la città ha vitale necessità.
Non sono poi accettabili le sollecitazioni in nome dell’emergenza dovuta al proliferare dei commissariamenti, che rappresentano semmai il risultato di anni di colpevole inadempienza nella pianificazione del territorio da parte dell’amministrazione comunale stessa.
Il gruppo di Appello per L’Aquila è però disponibile ad appoggiare un intervento del Consiglio Comunale che costituisca davvero una svolta per questa vicenda, per i cittadini che hanno visto vincolate le loro proprietà senza che mai venissero acquisite alla pubblica utilità; per la città che ha finalmente bisogno di pianificazione, e non di speculazione; per lo sviluppo sostenibile e innovativo che potrebbe venirne, capace di generare nuova e stabile occupazione.
Condividiamo il principio della cessione di aree al Comune in cambio del diritto all’edificabilità dell’area, e condividiamo in questo senso la percentuale di edificabilità proposta dalla Delibera di Giunta.
Ma il costruito dovrà raggiungere un’altissima qualità edilizia quanto a sostenibilità ambientale: classe energetica A e capacità di autoprodurre almeno il 50% del fabbisogno energetico.
Al fine di limitare la speculazione, proponiamo che l’edificabilità a carattere residenziale riguardi singole aree, di superficie anche inferiore all’unità minima di intervento prevista, purché si tratti della prima casa che piccoli proprietari vogliano realizzare per sé o per i propri figli.
Sì a destinazioni non residenziali che favoriscano lo sviluppo del territorio e la riqualificazione di quartieri o frazioni, attraverso investimenti di privati, in aree anche oggetto di accorpamento all’interno dello stesso quartiere o della stessa frazione, purché siano preventivamente determinate da parte del Consiglio Comunale, su proposta dell’Assessorato competente, in modo da tener conto delle dotazioni esistenti e da ampliare e diversificare l’offerta dei servizi soprattutto nelle zone finora dimenticate.
A tutti i proprietari di “aree bianche” si dia un anno di tempo per esercitare l’opzione ad edificare presentando l’apposita progettazione; trascorso il periodo, l’area si considererà “zona agricola di rispetto ambientale”, in modo da chiudere velocemente questa vicenda e lavorare finalmente al nuovo PRG.
Non è possibile, poi, rinunciare al principio della netta separazione tra territorio urbanizzato e rurale che è il cardine di qualsiasi efficace politica di contenimento del consumo di suolo. Deve, quindi, essere introdotta la perimetrazione dell’abitato quale argine all’espansione edilizia prevista, per porre un freno una volta per tutte al fenomeno della dispersione urbana e a tutto ciò che ne consegue in termini di qualità del paesaggio e vivibilità. Un limite invalicabile anche per il nuovo PRG.
Se ci si rinuncia ora, quale sarà, se ci sarà, il nuovo confine entro il quale pianificare la trasformazione della città?
Alla luce di quanto emerso negli ultimi tempi per l’edilizia contrattata, infine, è fondamentale che non sia consentito alcun intervento edilizio a chiunque, in qualunque forma individuale o societaria, non abbia adempiuto integralmente a quanto stabilito in precedenti Convenzioni con il Comune. Di ogni intervento, inoltre, và garantita piena trasparenza e tracciabilità sull’Albo Pretorio e sul Sito del Comune.
Questo complesso di interventi sulla proposta di Delibera della Giunta Comunale, il 20 dicembre prossimo potrebbe essere approvato dal Consiglio Comunale dell’Aquila, in forma di emendamenti. Appello per L’Aquila lo mette a servizio della città, dei suoi cittadini e delle sue forze produttive, perché ci sia, finalmente, il giusto equilibrio tra esigenze comuni e aspirazioni individuali; tra tutela del territorio e sviluppo sostenibile e qualificato. Affinché non si continui ad edificare in modo insensato devastando la bellezza dell’Aquila, ma anche deprezzando il valore di quanto già esiste e che è già sovradimensionato rispetto al necessario.
Appello per L’Aquila
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