Da una lettrice (si chiama Alessandra Morante) riceviamo questa lunga lettera che vale la pena leggere: “In relazione all’articolo dell’assessore Pelini pubblicato sul sito del Comune dell’Aquila in data odierna, riguardo la decisione di eliminare il contributo di autonoma sistemazione e alle relative presunte procedure di correttezza e trasparenza in attuazione di ordinanze e direttive post sisma, desidero portare l’attenzione pubblica sul caso di due miei assistiti.

 “Un signore aquilano di quasi 88 anni, residente a Roma da dopo il sima, gravemente limitato nella sua mobilità fisica e percettore di un contributo di autonoma sistemazione, è stato convocato per telefono alle ore 16 di mercoledì 4 dicembre dall’Ufficio Politiche abitative del Comune dell’Aquila per un colloquio la mattina seguente alle ore 9,30. L’impiegato dell’ufficio, che non ha dato né nome, né cognome, ha avvertito che, in caso di mancata presentazione il giorno successivo, il signore avrebbe perso il contributo di autonoma sistemazione. Dal momento che il signore stesso, visto le ridotte capacità fisiche, non poteva recarsi personalmente presso l’Ufficio, sua moglie, la sua volta malata, chiedeva un rinvio a mercoledì 11 dicembre, concesso  in virtú di certificato medico.

 “COME UN DIRIGENTE DEL COMUNE HA TOLTO IL CAS A MIO PADRE”

 “Presentatasi presso l’ufficio l’11 dicembre- continua la lettera denuncia della lettrice- nessun dirigente apparentemente sapeva di questo appuntamento. Il dirigente con il quale la signora ha finalmente il colloquio l’informa che da quel momento, semplicemente in virtù del fatto che si è presentata al colloquio, verrà loro eliminato il  CAS. Alternativamente, i coniugi potrebbero optare per l’assegnazione di un alloggio entro una settimana dalla disponibilità dell’alloggio le cui caratteristiche non vengano al momento specificate.  L’età avanzata, le ridotte capacità fisiche del cittadino aquilano in questione ed il fatto che gli stessi hanno un regolare contratto di affitto con disdetta da comunicare almeno con sei mesi di anticipo non sono fattori tenuti in considerazione nell’adozione di tale decisione. Né gioca alcun ruolo il fatto che i coniugi hanno la casa in ricostruzione e l’autonoma sistemazione cesserebbe comunque nell’arco di 16 mesi.

 “QUALI SONO I CRITERI DI PRIORITA’ DI QUESTA INCREDIBILE PROCEDURA?” RISPOSTA: “ISTRUZIONI ORALI DEL COMUNE”

 Ora ci si domanda: in base a quale criterio di priorità si chiede ad una persona di 88 anni con condizioni di salute precarie di effettuare in un anno due successivi traslochi con un preavviso inesistente? E chi pagherebbe il doppio trasloco dei mobili ora nella casa di Roma? Chi rimborserebbe la anticipata disdetta del contratto, visto che le asserite procedure tengono conto solo dei contratti sul territorio aquilano?

Ma soprattutto è da notare che alla legittima domanda di conoscere la normativa in base alla quale si sta procedendo la risposta ottenuta è: istruzioni orali del Comune dell’Aquila, in applicazionedella generica direttiva 1/2013 sulla razionalizzazione della spesa pubblica. Istruzioni quindi che, in quanto non giustificate da documento ufficiale, possono essere ritenute non giustificabili e dunque arbitrarie.

“Al rifiuto della signora di sottoscrivere alcunché prima di verificare la legittimità di un tale comportamento della pubblica amministrazione, il dirigente del comune ha annotato la dichiarazione sul file del computer ma ha negato una copia dell’atto alla signora, con la giustificazione che la pagina del computer non era stampabile. In questo modo veniva violato ogni diritto garantito dal nostro ordinamento in termini di accesso agli atti.

 “MA SA L’ASSESSORE PELINI CHE COSA SUCCEDE NEGLI UFFICI COMUNALI?”

 L’assessore Pelini dichiara oggi sul sito del comune dell’Aquila “Alle famiglie contattate si offre anche la disponibilità di scegliere il Progetto Case o i Map più congeniali alle loro necessità (compatibilmente, come è ovvio, con la disponibilità degli alloggi), si concedono dei tempi ragionevoli per il trasferimento nell’alloggio, senza considerare che si osserva la massima attenzione nel valutare dei casi oggettivamente particolari, riferibili a condizioni di salute o socio-familiari. Inoltre, il preavviso viene dato con dei termini congrui. Non maltrattiamo nessuno” .

Allo stesso assessore Pelini chiedo in buona fede se sappia cosa succede in questi giorni all’Ufficio Politiche Abitative. A lui chiedo espressamente di farmi sapere qual è il congruo preavviso ed il tempo ragionevole concesso nel caso di specie del mio assistito di anni 88, con difficoltà di movimento certificate e con un contratto di affitto in essere con regolare disdetta di sei mesi.

 “CHI HA DECISO SU QUALE BASE STIPULARE GLI AFFITTI”?

 Chiedo inoltre all’Ufficio Politiche Abitative dell’Aquila ed allo stesso assessore Pelini di farmi sapere e di far sapere alla popolazione aquilana in base a quale normativa o direttiva scritta sia stata deciso che debbano essere rispettati i diritti  dei cittadini aquilani in affitto per un immobile situato nell’ambito del territorio aquilano mentre alcun diritto è garantito a chi ha stipulato il medesimo contratto in un’altra città. Chi ha deciso? Tramite quale processo e quale confronto? In mancanza di informazioni chiare e trasparenti la decisione non può che apparire arbitraria e in violazione di ogni principio di parità e trasparenza amministrativa. E soprattutto appare violare ogni principio di fiducia che dovrebbe essere alla base del rapporto tra cittadini e amministrazione pubblica. Perché gli amministratori pubblici sono “pubblici”, cioè non agiscono come individui privati, ma amministrano beni pubblici nell’interesse dei cittadini in base a procedure chiare e democraticamente discusse.

 Da ultimo chiedo all’assessore Pelini a all’Ufficio politiche Abitative dell’Aquila se ritengano legittimo e costituzionale fondare le loro decisioni esclusivamente su convocazioni e motivazioni orali e negare il diritto di accesso e prendere visione agli atti.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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