ROMA-Uno studio condotto da Transparency International Italia, in collaborazione con Rissc e Ispe-Sanità ha raccolto numerosi dati sulla corruzione nell’ambito della Sanità anche se non è possibile quantificare con precisione il fenomeno.
Nel 2012 solo quattro regioni sembrano esserne state immuni, o aver registrato al massimo due casi di corruzione. Per tutte le altre si va da un minimo di 2 ad un massimo di 10, con in cima a questa poco onorevole classifica la Campania, con oltre 10 casi. La seguono a ruota Calabria, Puglia e Sicilia con 8-10 casi e Lombardia e Umbria con 6-8.
Tra gli 87 casi rilevati, dallo studio, nel 2012, sulla base dei casi denunciati, le indagini aperte, i processi iniziati o chiusi, oasi ‘pulite’ appaiono essere solo 4 regioni, cioè Val d’Aosta, Trentino Alto-Adige, Friuli Venezia Giulia e Basilicata.
In mezzo ci sono Piemonte, Liguria, Marche e Abruzzo con 2-4 casi, e infine Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Molise e Sardegna con 4-6 casi.In termini strettamente economici, per valutare l’entità della questione basti pensare che la ‘Rete europea contro le frodi e la corruzione nel sistema sanitario’ ha stimato che in Europa il 5,6% del budget per la sanità sia assorbito dalla corruzione.