Sparisce nel giro di poche ore l’emendamento ‘salva L’Aquila’. Stamattina c’era ancora, insieme a un generale ottimismo che non trovava riscontro, tuttavia, nelle dichiarazioni del sindaco, improntate a una strana prudenza. Nel pomeriggio arriva la doccia fredda. La Ragioneria non firma il provvedimento. L’Europa non vuole. O meglio, secondo le rigide disposizioni del ministero e di Bruxelles, l’emendamento rischia di far lievitare il debito pubblico e dunque, così com’è. non può passare. L’aumento delle marche da bollo, dicono al ministero, non darebbe entrate certe, la copertura finanziaria tornerebbe a essere aleatoria, poco certa e indefinita. Dunque la ‘bozza Legnini’ dev’essere quanto meno modificata, adeguata, riscritta, riportata nell’alveo dei rigidi dettami europei. Che in parole povere significa molto meno soldi rispetto al miliardo e due, se tutto va bene, perché non è detto. Insomma due o trecento milioni, poco più poco meno, ma a partire da quando non si sa. Lo sapremo, sembra, nelle prossime ore. Insomma, la visita all’Aquila del ministro Carlo Trigilia, delegato ufficiale del governo alla ricostruzione della città, si è trasformata in un copione già visto. Come ha detto De Matteis che ha parlato di “Trigilia uguale a Barca”. In effetti il ministro ha fatto le solite dichiarazioni scontate, ha detto che “L’Aquila è una priorità per il governo e per l’Italia” e che i soldi “prima o poi arriveranno”. E via promettendo. Parole già sentite, generiche, ovvie in un momento in cui gli aquilani hanno il bisogno di certezze. Insomma tutto è tornato sulle ginocchia di Giove. Inevitabile dunque la reazione di Cialente che all’inizio non voleva incontrare Trigilia e sembrava deciso a far saltare la riunione del Consiglio comunale col ministro. Pareva fatta e invece si torna punto e a capo, e alla solita confusione, mentre si attende una parola chiara da Roma. Ma i dubbi che arrivi sono tanti. Finora la buona politica non ha fatto il miracolo. Anche perché il la Commissione Biulancio del Senato è stata particolarmente servera e ha bocciato l’altro emendamento riguardante il mantenimento in servizio degli addetti allo smaltimento delle macerie e il personale a tempo del Comune tra cui tre dirigenti. Una sconfitta, insomma, su tutta la linea.

 

 

 

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