L’AQUILA- E’ arrivata come un fulmine a ciel sereno e senza dubbio inattesa la decisione della giunta comunale di chiudere il centro storico fino a quando, come ha detto l’assessore al Commercio Marco Fanfani, non saranno portati a termine i controlli sugli edifici terremotati e sui puntellamenti. E tutti gli esercenti, indistintamente, sono in agitazione perché una chiusura in questo periodo con le feste di Natale che si avvicinano, crea una serie di problemi legati ai mancati incassi in un momento di particolare difficoltà.
Per tutti parla Natalia Nurzia, proprietaria dello storico e omonimo bar di piazza Duomo che tuttavia è stata esclusa dalla chiusura insieme a quasi tutto l’ ‘asse centrale’. “Non mi hanno ancora – dice – notificato nulla. Quindi ufficialmente lo sto apprendendo da voi che il centro storico chiude. Per la mia azienda sarebbe una perdita gravissima. L’ammanco economico si aggirerebbe intorno ai 6 mila euro. Non possiamo permettercelo soprattutto in questo periodo di feste, l’ottanta per cento del fatturato arriva proprio ora”. Se la chiusura dovesse andare per le lunghe, le attività del centro rischierebbero la paralisi economica, basta pensare ai giovani che si riversano nei locali notturni. “Capisco l’allarme dell’amministrazione- dice Natalia Nurzia – ma mi auguro che la vicinanza con la Banca D’Italia, che dovrà rimanere comunque aperta, mi permetta di proseguire l’attività”.
Per l’assessore al Commercio Marco Fanfani, l’allarme è comunque ingiustificato: “Il centro storico resterà chiuso soltanto per qualche giorno- dice- per fare le verifiche dei puntellamenti che a tre anni e mezzo dal terremoto vanno comunque eseguite. E’ una misura necessaria specie per il corso stretto (da piazza Regina ai Quattro Cantoni ndr) dove gli edifici sono particolarmente ‘stressati’. Per il resto dell’‘asse centrale’ non dovrebbero esserci particolari problemi. La Banca d’Italia e la Bnl continueranno a operare regolarmente”.
