L’AQUILA-Quanto è “caro” e “grazioso” il Formez e come sono premurosi i suoi vertici nei confronti della serenità dei precari che dovranno sostenere la preselezione. Temono che le polemiche sul concorsone e il sottolineare tutti i giorni gli strafalcioni presenti nei quiz possano turbare la serenità d’animo dei precari durante gli esami. Che sensibilità…. tanta quanta la competenza FORMEZ sui temi abruzzesi e del sisma dell’Aquila che emerge chiaramente dai contenuti dei quiz.
Ma i vertici del FORMEZ possono stare tranquilli perché è da quattro anni che i 600 precari vivono “turbati” e le polemiche nonché i fastidiosi errori riscontrabili nei quiz sono solo una goccia tra gli innumerevoli motivi che i precari hanno di sentirsi mortificati, delusi e sconfortati.
Per quattro anni i loro contratti sono stati rinnovati quando per tre mesi, quando per sei, quando per un solo mese e sempre con l’incertezza che ciò avvenisse. Molti di loro, per poter essere sul campo a fare il proprio lavoro, hanno vissuto a L’Aquila o nei comuni limitrofi dormendo nelle tende e nei disagi inimmaginabili di una città terremotata. Per quattro anni hanno digerito e cercato di applicare/interpretare norme contraddittorie, a volte demenziali e con loro tutti coloro che dal sisma hanno ricevuto lutti e danni.
Insieme ai precari, anche noi tutti, abbiamo dovuto assistere all’arrembaggio della nave da parte dei ‘pirati’ e certo non erano, e non sono, ‘pirati’ nostrani. Le strutture di Stato (come il FORMEZ ma vedi anche tutte le varie facce di FINMECCANICA) non hanno esitato ad inzupparci il biscotto e risulta evidente che gli errori fatti e “scoperti” non hanno insegnato nulla se ancora oggi troviamo uomini Finmeccanica messi ai vertici degli uffici della ricostruzione (facendoci credere che la nomina nasce da una ferrea selezione) o troviamo membri autorevoli del FORMEZ a fare da capo di gabinetto al ministro che ha tanto a cuore la ricostruzione dell’Aquila che ne ha decretato, da quasi un anno, l’arresto totale.
Di motivi per essere turbati ce ne sono tanti e quando il precario andrà a Roma a subire l’umiliazione di questo concorsone, se turbato, non sarà certo per i motivi espressi da FORMEZ. Anche in questo FORMEZ dimostra quanto ha compreso del territorio aquilano, della gente che lo abita e dei problemi della ricostruzione.
Tra pochi mesi ci toccherà nominare, con il nostro voto, un nuovo governo e ciò nonostante questo uscente, a tempo ormai quasi scaduto, voglia a tutti i costi lasciare il segno imponendo nuove regole per la ricostruzione ed assumere personale che nulla ha a che fare con le competenze acquisite ad oggi dai nostri 600 precari.
Una pervicace corsa contro i tempo che, date le premesse e i trascorsi, non è ragionevole pensare sia motivata da filantropica vocazione a fare gli interessi di una collettività. Perché non soprassedere e lasciare ad un governo eletto il compito di dirimere la matassa evitando così di aggiungere danno a danno, confusione a confusione, contraddizioni a contraddizioni?