L’AQUILA – Diciamo subito che noi diamo le notizie, non facciamo politica. Ora che il gran polverone sul ‘test tipo’ del concorso per i 300 posti della ricostruzione comincia a diradarsi, ci sembra il momento di mettere dei punti fermi a questa incredibile vicenda e al tentativo di porre in discussione il diritto alla notizia, alla cronaca e alla libertà di giudizio e di espressione. Ma andiamo con ordine.

Primo. Il vero obiettivo di un giornalista è la notizia e l’abilità di darla per primo, anche e soprattutto attraverso una fonte privilegiata. E’ questo ciò che è accaduto, lo ripetiamo, con la pubblicazione della ‘domanda tipo’ e relativa risposta (una su 4.000) del test d’ingresso del concorsone. Quando gli accertamenti della magistratura avranno fatto il loro corso, ciò apparirà ancora più chiaro, di là dai sospetti e dalle illazioni gratuite e infondate che fanno parte di un bagaglio che non ci appartiene.

Secondo. Un giornalista può essere d’accordo su come amministra Tizio piuttosto che Caio, e può, anzi deve, dirlo liberamente, ma a patto di non manipolare i fatti e non capovolgere le notizie. Scandalizzarsi di un suo giudizio significa avere un concetto sbagliato della libertà di opinione e delle regole della democrazia. Perciò nella vicenda dello scoop sul concorsone, AquilaTv si è comportata correttamente. Aveva la sua fonte e l’ha utilizzata, nella certezza di non arrecare danno a nessuno e meno che meno ai precari in ansia per la prova che dovranno sostenere a breve. Accusarci di aver tenuto mano a chi “ha complottato contro il concorsone e di conseguenza contro la ricostruzione” della nostra città, è un’affermazione infamante e diffamatoria di cui si sta occupando la magistratura alla quale è stato affidato il compito di dare una risposta chiara e definitiva su ciò che è accaduto.

Terzo. In tutta questa vicenda, a farci una pessima figura sono stati i politici che hanno manipolato, loro sì, il dramma dei precari per tirarsi fuori da quelle che saranno le conseguenze del concorsone, e cioè pochi aquilani tra i vincitori e tutti gli altri a spasso disoccupati. Di qui la tesi del ‘complotto’ a cui avrebbe tenuto mano AquilaTv. Ma di questo dirà di più e meglio, appunto, la magistratura.

Quarto. E’ stato importante il sostegno di alcuni colleghi che ringraziamo. Altri hanno preferito tacere. Capita. Sono le regole del gioco. Di più ci saremmo aspettati dall’Ordine professionale rimasto anch’esso silente. Capita anche questo, pazienza. Noi andiamo avanti lo stesso.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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