L’AQUILA – “Il governo ha accolto l’ordine del giorno Udc, a mia prima firma, con cui si impegna ad assumere misure coerenti al fine di favorire il pieno ritorno alla legislazione ordinaria, secondo i principi comuni dell’ordinamento. Ma non ne ha accolto le premesse che criticano la nuova legge. È un fatto positivo ma molto modesto perché il nostro ordine del giorno contiene critiche alla legge Barca molto precise su punti che vanno corretti o integrati”.

Lo afferma il deputato dell’Udc Pierluigi Mantini.

“Infatti, abbiamo scritto nell’atto parlamentare che: con la nuova normativa sulla ricostruzione dei comuni colpiti dal sisma del 6 aprile 2009 in Abruzzo si è posto fine alla gestione commissariale in favore di una fase ordinaria dei poteri, secondo Costituzione, tuttavia, risultano ancora presenti numerose norme speciali ed in particolare: non sono state abrogate le ordinanze del presidente del Consiglio dei ministri in contrasto con le nuove norme approvate, sono stati introdotti tetti alla libertà di impresa e delle professioni, distorsivi della concorrenza e di dubbia costituzionalità”.

“È stata introdotta un’ampia riserva, fino al 50 per cento dei posti, in deroga ai principi di merito, delle assunzioni agli uffici speciali per la ricostruzione. È prevista una disciplina speciale di incompatibilità di carica che impone di scegliere tra cariche elettive o amministrative e lavoro professionale, in contrasto con le ordinarie norme del testo unico degli enti locali che prevedono l’incompatibilità di funzione per evitare i conflitti di interesse”.

“Viene definito ‘contributo’ l’indennizzo elargito per ristorare i danni del terremoto, con l’effetto di un generalizzato e insostenibile ricorso alle procedure di gara mentre è provata l’insufficienza in questo campo degli uffici comunali. Sono introdotte numerose norme che prevedono, con effetti retroattivi, la sostituzione del comune ai consorzi dei privati, in assenza di inadempimenti; è prevista la direzione degli uffici speciali per la ricostruzione da parte di un organismo assembleare che, oltre ogni ragionevolezza, non può garantire l’efficienza”.

“Vengono introdotte norme urbanistiche di dubbia costituzionalità ai sensi dell’articolo 117, terzo comma della Costituzione; non vengono garantite misure certe per l’indennizzo degli edifici diversi dall’abitazione principale neanche quando hanno pregio storico-architettonico connotativo dell’identità dei comuni. Non è garantita la corretta sostenibilità del bilancio del Comune dell’Aquila, che deve avere integrazioni finanziarie dallo Stato, poiché ha rinunciato per legge all’esazione delle imposte locali”.

“La legge Barca – conclude Mantini – piace al Pd, che l’ha sostenuta, ma non a noi che continueremo in modo fermo e costruttivo l’azione per cambiare o migliorare i punti indicati nell’ordine del giorno alla Camera”.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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