L’AQUILA-Se dovesse essere confermata la norma che prevede le dimissioni per quel consigliere che ricopre anche il ruolo di Presidente o Amministratore di Condominio allora occorrerà necessariamente estenderla anche a quei consiglier i che si troveranno in una identica situazione di conflitto d’interessi, così come previsto dal testo unico degli enti locali, laddove si prevede che “gli amministratori devono astenersi dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado”.
La legge è estremamente chiara in merito e non abbisogna di interpretazioni ulteriori e, ad onor del vero, neanche aveva bisogno di essere integrata dalla modifica ipocritamente etica proposta dai nostri rappresentanti politici.L’effetto immediato di questa ottusa visione dell’incompatibilità sarà il completosvuotamento dei Consigli Comunali a cui potranno far parte solamente consiglieri o faccendieri che vengono da fuori cratere, magari da Milano, Roma oppure residenti all’estero e che comunque non hanno alcun interesse (nel senso costruttivo della parola) nella ricostruzione e che quindi si trovano ad anni luce dalla comprensione dei problemi reali. I nostri. illuminati rappresentanti, come al solito senza rendersene conto, stanno operandosi per attuare la ” esternalizzazione” del governo dei comuni ed è certo che questi, una volta sfilati dalle mani dei politicanti locali, avranno finalmente la possibilità di cogliere a pieno tutte quelle occasioni di sviluppo che fino ad oggi sono state impedite da una visione miope deio reali bisogni della popolazione.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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