L’AQUILA- Duecentocinquanta nuovi assunti, 100 ingegneri e architetti, 150 addetti amministrativi per i Comuni dell’intero ‘cratere’ sismico, e tutti a tempo indeterminato in deroga al patto di stabilità. Accompagneranno, insieme ad altri importanti provvedimenti, la fine della gestione commissariale del post terremoto che la legge Barca che sta per essere approvata dal parlamento, fissa al 15 settembre prossimo. Quel giorno, ormai vicino (mancano due mesi e mezzo esatti) esce di scena Gianni Chiodi come commissario, ma resta il ruolo della Regione come ente sovraordinato con le competenze che le assegna la Costituzione. Con Chiodi, sempre il 15 settembre, cessano tutte le strutture di supporto al commissario. C’è una parte del personale che torna alla Regione, mentre quello assunto di recente con contratti a progetto o a termine, resta fino al 31 dicembre di quest’anno. Parte della ‘legge Barca’ (è ancora una bozza) era nota, ma non si era mai parlato, ci sembra, del numero delle assunzioni e del resto. I nuovi assunti saranno appunto a tempo indeterminato. I 100 ingegneri e architetti dovranno sostenere un concorso pubblico, com’è ovvio. A loro sarà richiesta qualità e competenza nella valutazione dei progetti della ricostruzione, tanto che il 50 per cento dei posti sarà riservato a chi ha maturato esperienza in zone colpite da precedenti terremoti. Si tratta di tecnici che dovranno sostituire la ‘filiera’, Fintecna, Reluis e Cineas.

IL RUOLO DELLA REGIONE

Non sarà secondario il ruolo della Regione. A partire dall’esercizio 2013, le risorse finanziarie stanziate per interventi post sisma, disponibili alla data del 30 settembre di quest’anno, saranno assegnati alla Regione Abruzzo. Con un decreto il governo stabilirà i criteri per la devoluzione delle risorse ai Comuni, alle Province e agli altri enti attuatori. Inoltre, dice ancora la legge prossima ventura, l’amministrazione ordinaria della ricostruzione, è esercitata dalla Regione Abruzzo e dagli enti locali, tra cui i Comuni, sulla base delle competenze previste dagli articoli 117 e 118 della Costituzione.

DUE UFFICI DI COORDINAMENTO

La nuova fase della ricostruzione prevede due uffici di coordinamento, uno per L’Aquila e uno per gli altri Comuni del cratere che saranno dotati complessivamente di 50 addetti, di cui al massimo 25 a tempo determinato. Questi uffici faranno riferimento a un ‘tavolo’ di coordinamento presso il governo centrale a Roma (Dipartimento sviluppo territoriale), formato da rappresentanti di Regione, Province e Comuni. La copertura finanziaria sarà assicurata fino al 2027 da un’accise (una tassa) sui carburanti di 0,2 centesimi. La legge, comunque, pone numerosi interrogativi. Il primo riguarda le imprese che dovranno assumere i lavori di ricostruzione: secondo la legge Barca, non potranno prendere commesse le imprese il cui valore, cumulato con le commesse in corso d’opera, superi la somma del fatturato degli ultimi due anni. L’Ance, l’Associazione dei costruttori, ha già alzato barricate. Se passa la norma, verrebbero penalizzate le imprese più piccole che hanno dato dimostrazione di capacità e competenza.

I PIANI DI RICOSTRUZIONE

 C’è poi il valore da dare ai piani di ricostruzione: se cioè intenderli come varianti ai piani regolatori, e allora questi ultimi vanno adeguati ai piani di ricostruzione, oppure considerarli come meri strumenti programmatori. In questo caso le conseguenti misure urbanistiche vanno adottate con gli ordinari strumenti urbanistici, come chiede il sindaco Massimo Cialente. La bozza di legge detta norme dettagliate sui criteri della ricostruzione, contemplati diffusamente agli articoli 5 e 6.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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