L’AQUILA. Tre ragazzi, di cui due romani, sono stati rinviati a giudizio a Roma, al termine dell’udienza preliminare, con l’accusa di resistenza aggravata a pubblico ufficiale. La vicenda giudiziaria si riferisce ai fatti del 7 luglio 2010 che culminarono con la manifestazione di migliaia di sfollati aquilani scesi in piazza nella capitale per sollecitare una maggiore attenzione verso i terremotati. In testa al corteo, i rappresentanti dei Comuni del cratere sismico.
Ci fu l’intervento della polizia che fece uso di sfollagente contro i manifestanti. Tra i colpiti anche l’onorevole Giovanni Lolli che oggi, dopo essere venuto a conoscenza del rinvio a giudizio, ha negato che si fosse trattato di una manifestazione violenta.
“A Roma-ha detto- sono stati rinviati a giudizio 3 ragazzi per la manifestazione del 7 Luglio 2010. Pensare di rappresentare quella manifestazione come un’ iniziativa violenta, diretta o strumentalizzata da forze esterne al movimento dei cittadini aquilani, vuol dire offrire una rappresentazione del tutto fuorviante di quello che fu effettivamente quella giornata.
“Io c’ero- ha aggiunto Lolli. Ho partecipato in prima linea a tutte le fasi di quella giornata, posso testimoniare che violenze non ce ne furono e le tensioni che si determinarono furono di gran lunga inferiori a tensioni che spesso si verificano in manifestazioni nella capitale
“FU UNA PROTESTA DECISA E CIVILE”
“Certamente le migliaia di cittadini aquilani presenti erano molto determinati a difendere i loro diritti ma lo hanno fatto tutti rimanendo nei limiti di una protesta decisa e civile. In ogni caso i protagonisti fummo noi, i cittadini aquilani, tutti. Se responsabilità ci sono, sono di noi tutti, a partire da quelli che come me, anche per il ruolo che ricopro, sono sempre stati in prima fila per tutto il giorno.
Nell’esprimere la mia personale solidarietà ai ragazzi rinviati a giudizio- ha concluso Lolli- confido in un atteggiamento che sappia comprendere lo spirito della giornata e resto a disposizione delle autorità per essere ascoltato in tutte le sedi in cui verrà ritenuto opportuno.
CIALENTE, ESPRIMO SOLIDARIETA’ AI RINVIATI A GIUDIZIO
“Esprimo rammarico, sorpresa e preoccupazione per il rinvio a giudizio di tre giovani per presunti reati che avrebbero commesso nel corso della manifestazione che vide, a Roma, migliaia di cittadini aquilani rivendicare il diritto alla sopravvivenza loro e della loro citta’”. Lo ha detto in una nota il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente.
“Io c’ero, – ha aggiunto – ero in prima fila e posso testimoniare, come peraltro confermano tutti i filmati e le testimonianze fotografiche, che non vi furono violenze di alcun tipo da parte dei manifestanti. Al contrario, sempre come risulta dalle immagini e come riferito anche in una interrogazione parlamentare, le uniche aggressioni furono ingiustificatamente esercitate dalle forze dell’ordine nei confronti delle aquilane e degli aquilani, armati solo della loro indignazione. Sperando in una soluzione positiva della vicenda giudiziaria, esprimo pertanto solidarieta’ ai tre giovani rinviati a giudizio”.
PEZZOPANE:”SIAMO TUTTI RESPONSABILI”
“Siamo tutti responsabili di quanto accaduto a Roma nel luglio del 2010. Non e’ tollerabile che tre persone siano divenute il capro espiatorio della sofferenza di 8000 cittadini aquilani, in corteo per le strade della Capitale a ricordare al Governo e all’Italia intera, il peso della distruzione di una Citta’ capoluogo di Regione.. Io c’ero, e mi sembra assurdo scambiare la disperazione di una Citta’ con la nuda e cruda violenza”.
Lo ha detto in una nota Stefania Pezzopane, responsabile nazionale Pd per la ricstruzione. “In quel momento – ha aggiunto – gli aquilani erano, a ragione, esasperati. Ma mai e poi mai hanno perduto la loro dignita’, lasciandosi andare in manifestazioni scomposte o offensive. Credo, piuttosto, che il processo per i tre imputati sia conseguenza di quell’ordine tutto Berlusconiano di placare a tutti i costi ” i ribelli aquilani” recepito, per fortuna, solo da numero ristretto di componenti le forze dell’ordine, comunque in assetto antisommossa.
Gli stessi, probabilmente, – ha detto sempre il responsabile nazionale del Pd per la ricostruzione – che hanno avuto un comportamento del tutto aggressivo anche nei confronti del sindaco Cialente e di molti altri di noi. L’udienza fissata, per il prossimo 4 ottobre, non fa altro che gettare un ombra di sconforto sulle nostre gia’ provate coscienze e l’imputazione dei tre rinviati a giudizio si abbatte su ognuno di noi. Abbiamo tollerato davvero troppo.
Abbiamo persino preso le botte. Pensavamo tutti che l’umiliazione fosse finita. Quest’accusa, oggi, suona come un’insopportabile beffa. No e poi no a questo assurdo provvedimento. Esorto, allora, tutti coloro che erano a Roma quel giorno, a manifestare il nostro dolore davanti l’aula del tribunale che dovra’ giudicare tre persone innocenti, sentendoci noi stessi vittime, come loro, dello stesso errore giudiziario.
IDV A ROMA IN SOLIDARIETA’ PER I GIOVANI DEL CORTEO AQUILANO
“L’Italia dei Valori aderirà all’iniziativa, proposta dal comitato 3e32, di tornare a Roma il 4 ottobre in segno di solidarietà per i 3 giovani rinviati a giudizio per i fatti legati alla manifestazione del 7 luglio 2010 dei cittadini aquilani a Roma”. Lo dichiara il segretario regionale dell’IdV Alfonso Mascitelli, dopo aver appreso la notizia del rinvio a giudizio per i 3 giovani partecipanti alla manifestazione, soprattutto dopo che il senatore aveva già presentato al Ministro della giustizia una interrogazione parlamentare, il 4 aprile scorso, su un caso analogo riferito alla azione penale per una presunta occupazione da parte del Comitato 3 e32 degli spazi del presidio Santa Maria di Collemaggio.
“Quel giorno del 7 luglio – ha spiegato il senatore- ho partecipato al corteo tra le prime fila, lungo via del Corso a Roma, con i nostri senatori Lannutti e Pedica, e con noi c’era anche il Presidente del nostro partito Antonio Di Pietro. Eravamo in tanti, accalcati lungo le strade, ma tutti con comportamenti e atteggiamenti assolutamente pacifici e con il solo intento di ricordare al governo centrale la dignità ed i diritti del popolo aquilano.
Ricordo bene che lo stesso Di Pietro parlò con alcuni responsabili del servizio d’ordine per far comprendere loro che l’avvicinamento a Palazzo Chigi del corteo non avrebbe rappresentato nessun rischio o pericolo di turbativa dell’ordine pubblico. E così è stato. Se questo, quindi, era il contesto, ci resta francamente difficile credere che sei ragazzi, di cui tre rinviati, potessero da soli avere intenti così bellicosi da voler forzare il presidio delle forze dell’ordine. Noi saremo a Roma a testimoniare questa verità”.