Ma mentre la terra non da tregua in Emilia, dagli archivi della Protezione Civile è spuntata una lettera del 28 gennaio che mette in allerta le strutture su possibili eventi sismici nell’area ai margini della pianura padana.

Il documento, un verbale della Commissione grandi rischi riunitasi dopo le scosse registrate tra Verona, Parma e Reggio Emilia, sollecita a “continuare le verifiche strutturali” degli edifici per evitare possibili crolli.

Le carte, come rivela Il Giornale, non sono fraintendibili: la Commissione ha segnalato i rischi partendo dal fatto che, “sulla base delle conoscenze attuali, non ci sono indicazioni che l’attività sismica si riduca nel tempo”. Quindi si mette in guarda sulla possibile continuazione degli eventi sismici nella stessa zona e “dello stesso tipo di quelli registrati”, ma anche possibili scosse “a profondità più superficiali, che avrebbero un’area di risentimento più ridotta e danni potenziali più gravi”.

Sulla scorta di queste analisi si raccomandava quindi di mettere in atto tutte le misure di prevenzione per evitare crolli e vittime. Partendo dalle verifiche strutturali, “con particolare riguardo agli edifici di interesse pubblico e alle infrastrutture”, con la richiesta di “specifiche competenze” per “chiese, edifici storici di interesse architettonico ed artistico”.

Ma la Commissione si spinge oltre chiedendo di “fare un’opera di sensibilizzazione dei cittadini allo scopo di aumentare le verifiche strutturali negli edifici privati”.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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