L’AQUILA – “Egregio Presidente, Le scrivo per fare appello al suo potere come Presidente della mia Regione e alla sua sensibilità di collega Dottore Commercialista per chiederle di intervenire a tutela del mondo delle professioni di cui io e Lei facciamo parte.

La questione è se l’Avviso denominato “LA CRESCITA E’ DONNA – PIU’ PROFESSIONISTE” sia finalizzato a dare un’opportunità di lavoro e crescita alle professioniste giovani e donne oppure a contribuire alla diffusione di lavoro precario, sottopagato ed a carico del sistema pubblico.

Con l’avviso in questione, infatti, vengono agevolate prestazioni non ordinarie rese da giovani professioniste in possesso di capacità e competenze “tecnico-specialistiche” – quindi non generiche e banali – a patto che vengano rese al costo orario lordo di circa 18 euro l’ora (compenso nettamente inferiore a quello contrattuale di un operaio con un minimo di specializzazione, molto al di sotto del parametro FSE di 57 euro)!!!!([1])

Vari sono gli aspetti discutibili dell’avviso ma sicuramente il più grave è proprio quello relativo alla remunerazione che offende, oltre che le destinatarie della misura, tutti noi che non siamo né donne né giovani ma che egualmente teniamo al riconoscimento della dignità del nostro lavoro.

Come tanti non mi sono sentito colpito più di tanto dall’abolizione della tariffa minima prevista per gli iscritti agli ordini da parte della legislazione nazionale ma francamente trovo incredibile che la mia Regione ne stabilisca una massima così bassa, per di più per prestazioni definite “tecnico – specialistiche” effettuate anche da chi, seppur giovane, ha avuto un impegnativo percorso di studio e di pratica professionale!!!!

Inoltre l’Avviso nella parte rivolta alle professioniste, non stabilisce – non so quanto legittimamente – nessuna griglia di valutazione per le domande che verranno presentate.

A conferma di una costante caratteristica che tende a sottovalutare e sottostimare il lavoro professionale al servizio delle attività produttive, l’Avviso nella parte “PIU’ IMPRENDITRICI”, riconosce ammissibile all’agevolazione una spesa massima di € 500 per la redazione degli studi di fattibilità redatti su format tecnicamente ineccepibili ma proprio per questo complessi.

Basti pensare che per la semplice autentica notarile allo statuto di una società, viene riconosciuto ammissibile l’importo di € 1.500.

A mio avviso il bando ha in sé una logica discutibile.

Non ha senso sostenere le imprese piuttosto che direttamente le giovani professioniste perché per quest’ultime non è il prezzo della prestazione (ridotto dall’agevolazione) l’ostacolo all’acquisizione del cliente ma la possibilità di mostrare un curriculum adeguato a prestazioni di elevato contenuto professionale.

Delle due l’una: o l’impresa non è interessata più di tanto a prestazioni non ordinarie, ed allora chiederà l’agevolazione solo per mascherare un po’ di lavoro precario in gran parte pagato dalla Regione, o se è interessata non si rivolgerà a chi ha poca esperienza.

Sicuramente sarebbe stato più utile agevolare l’acquisto di strumenti e know how direttamente alle giovani professioniste sulla base di un progetto per diventare più competitive sul mercato.

A questo punto chiedo a Lei di fare quanto può per modificare o ritirare questo bando affinché non si affermino standard di valore del lavoro professionale che non corrispondono allo sforzo che, soprattutto in questo momento veramente difficile per la nostra economia, stiamo tentando di fare per una nuova fase di crescita e sviluppo.

Capisco che non è facile tornare indietro da un provvedimento già preso ma ciò che rende gli uomini e le Istituzioni degne di rispetto non è la capacità di non commettere errori ma quella di ascolto e di cambiamento per il bene di tutti.

La ringrazio fin dora per l’attenzione che vorrà dare a questa mia.

Pescara, lì 15 marzo 2012

Fabrizio Salusest
Dottore Commercialista

[1] L’Art. 16) comma 1) dell’avviso afferma che “La finalità dell’intervento è la promozione del lavoro autonomo delle donne attraverso l’erogazione di un incentivo alle imprese che richiedono la consulenza specialistica di una professionista, la quale all’atto di presentazione della domanda dovrà:…(omissis) …….
c) Essere iscritta all’ordine professionale collegato al percorso di studio (ove previsto);
d) In possesso di capacità e competenze tecnico-specialistiche con riferimento all’attività specifica inerente l’oggetto del servizio di consulenza, maturate in non più di cinque anni di esperienza professionale;…”
Inoltre al comma 3) del medesimo articolo si afferma che:
“I servizi prestati esulano dagli ordinari costi di gestione dell’impresa connessi ad attività regolari quali la consulenza fiscale, la consulenza legale e la pubblicità.”
L’Articolo 18) al comma 4 così recita:
“4. Il massimale di costo ammissibile per la consulenza è max € 150,00/giornata singola, al lordo di IRPEF al netto di IVA e della quota contributo previdenziale obbligatoriamente a carico del committente (impresa beneficiaria l’incentivo).”

 

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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