L’AQUILA – Il Consiglio Direttivo della Confcommercio dell’Aquila ha deliberato, all’unaniita’, lo stato di agitazione della categoria e l’avvio di iniziative anche particolarmente decise per sottolineare – si legge in una nota dell’organizzazione -l’inerzia totale che tutte le Istituzioni dimostrano ormai da oltre due anni rispetto al rilancio del settore del Terziario e delle pesantissime problematiche tuttora irrisolte che asfissiano gli operatori del Commercio, del Turismo e dei Servizi.

Per la Confcommercio (che rappresenta l’intero comprensorio aquilano che insiste su 36 Comuni nel territorio che va dall’alta Valle dell’Aterno – Montereale – a L’Aquila e si estende nella Valle Subequana e sino a Capestrano e che coincide con i Comuni del c.d. ‘cratere’) non c’e’ alcuna strategia mirata per un settore che e’ stato stravolto dal sisma e la “cialtroneria” impera in troppe istituzioni che per anni hanno ingannato le piccole e medie imprese sulla vicenda della Zona Franca sulla quale l’unica parola che si puo’ dire e’ “Vergogna”. Per tutti.

Per non parlare dell’unica iniziativa concreta che l’allora Prefetto Franco Gabrielli impose per rilanciare provvisoriamente lo storico Mercato di Piazza Duomo in Piazza D’Armi. Una storia plurisecolare (dal 1308) che questa incapace ed ignava classe dirigente sta riuscendo a cancellare insieme ad una tradizione identitaria della citta’.

Nessuno muove un dito, nessuno e’ riuscito a leggere il dramma di un fondamentale settore dell’economia cittadina e del comprensorio del c.d. “cratere”. Di qui l’esigenza – dice il diretore della Confcommercio, Celso Cioni – di manifestare con veemenza e con iniziative particolarmente importanti per far comprendere a tutti che questa categoria e’ giunta davvero ad un punto di rottura con chi non comprende sacrosante istanze e quindi non rappresenta piu’ la realta’ socio-economica di questo comprensorio.

“Senza una strategia di ascolto, di sostegno e di progettualita’ le aziende che erano presenti a L’Aquila e nel comprensorio prima del terremoto pagheranno con la loro chiusura l’attaccamento alla Citta’ per dare spazio irresponsabilmente a chi verra’ da altri territori a mietere provvidenze come per troppe volte e’ accaduto in passato. Noi non consentiremo tutto cio’ a rischio di tornare a fare barricate aquilane”, dicono Cioni e il presidente Alberto Capretti.

Non accetteremo supini – aggiungono – quello che oggi appare un destino inevitabile, noi ci riprenderemo ad ogni costo e con le nostre mani il nostro futuro, combattendo contro questo inaccettabile stato di cose”. La Confcommercio “e’ pronta a scendere in Piazza per difendere la dignita’, la storia e la tradizione identitaria del Commercio, del Turismo e dei Servizi che sono stati nei secoli protagonisti di stagioni di crescita sociale ed economica. Nei prossimi giorni ne vedremo delle belle”.

LETTERA APERTA AI CANDIDATI SINDACI DELL’AQUILA


Preg. mi
In qualità di presidente dell’Associazione di categoria Servizi e Terziario regionale della Confartigianato mi preme portare alla vostra cortese attenzione le difficoltà in cui versano le imprese a noi aderenti.
La ben nota crisi che ha investito l’Italia e l’Europa, nel nostro territorio ha raggiunto livelli preoccupanti soprattutto in considerazione di quanto accaduto dopo il sisma del 6 aprile 2009.
Il territorio, già duramente colpito prima del sisma sta subendo un ulteriore depauperamento sotto ogni punto di visto. Un tessuto sociale definitivamente disgregato, senza di punti di riferimento e centri di aggregazione ma, soprattutto, ancor di più l’assenza di lavoro. In molti hanno deciso di abbandonare la nostra città e coloro che sono rimasti sono costretti a fare i conti con tutte le difficoltà ben note a tutti.
E’ evidente che il più grande cantiere, quale doveva essere la città dell’Aquila, non lo è per noi operatori locali in virtù del fatto che tutti i lavori di una certa entità sono stati conferiti a ditte di fuori regione, preferibilmente del nord, lasciando le ditte del posto al palo. Le imprese di pulizia, infatti, sono state escluse senza nemmeno essere state interpellate (vedasi il progetto C.A.S.E.) in cui l’appalto è stato assegnato con affidamento diretto.
La difficoltà di trovare un posto di lavoro, e quindi un reddito che li renda autosufficienti, porta i giovani e i meno giovani a compiere tanti sacrifici e sentirsi frustrati spesso in modo umiliante e li porta a procrastinare la vita nella famiglia paterna, deludendoli nel loro bisogno di autonomia e di libertà d’esperienza.
Le istituzioni già talvolta così lontane dal paese reale, appaiono ai giovani ancora più distanti e incapaci di risolvere o solamente capire i loro problemi.
E’ per questo motivo che mi rivolgo alle SSLL, che andrete ad amministrare la città dell’Aquila per i prossimi cinque anni, offrendovi uno spunto di riflessione per darci quelle soluzioni che adotterete per superare questo difficile momento.

Cordiali saluti


Il Presidente
Gregori Claudio

 

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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