L’AQUILA-E’ un invito al realismo e alla moderazione quello che viene da Gianni Frattale, presidente dei costruttori, a proposito delle difficoltà che sta incontrando la ricostruzione. Frattale afferma in sostanza che i contenuti dell’ultima ordinanza, quella che ha mandato sopra le righe il sindaco Cialente, sono né più né meno quelli noti “ai tempi di Gianni Letta”, dunque non ha senso e non è produttivo strillare o prendersela gol governo attuale. Il presidente dell’Ance insiste poi sulla necessità di varare il piano di ricostruzione del centro storico dell’Aquila, come hanno già fatto altri 22 Comuni del Cratere. Ma ecco per intero la sua dichiarazione.

“Urlare ed inimicarsi tutti coloro che hanno potere decisionale sul futuro del cratere non agevola la ricostruzione. La strada più fruttuosa è sempre quella della ponderatezza e del lavoro sinergico.
La nuova ordinanza del Governo Monti non è altro che quanto già noto ai tempi di Letta, né migliore né peggiore. E’ perfettibile.

Non ci soddisfa pienamente ma è qualcosa da cui partire per cercare di avviare la ricostruzione in attesa di ottenere il riconoscimento di quanti più diritti possibile. Ma non se ne esce andando allo scontro, bisogna piuttosto riunire le energie e le idee di tutti per fare proposte e sostenerle con autorevolezza. Se il metodo è questo l’ANCE è disponibile a contribuire.

“Oggi gli ostacoli più impellenti da rimuovere sono sempre gli stessi due: la mancanza dei piani di ricostruzione per i centri storici ed il blocco delle pratiche alla filiera.
Per fortuna, dietro al polverone della rissa continua in corso, c’è il lavoro di alcuni piccoli comuni e delle frazioni che sono riusciti a presentare 22 piani di ricostruzione.

“La preoccupazione più urgente, ora, deve essere quella di migliorare il meccanismo della filiera burocratica anche per affrontare la mole di progetti dei centri storici che afferirà prossimamente.

Ad oggi invece dobbiamo ancora prendere atto, sempre più amaramente, che nulla si muove neanche per le E della periferia, e che non si ha nessuna idea di come sarà L’Aquila futura. I cantieri della ricostruzione pesante sono sempre fermi.

In passato gli aquilani hanno ricostruito la città ad ogni terremoto. Nel terzo millennio la litigiosità potrebbe purtroppo seppellire la sua dignità”.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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