L’AQUILA- Era prevedibile che i tagli del governo Monti colpissero anche i fondi per il terremoto. Ed era inevitabile che la stangata si abbattesse sull’anello più debole della catena: la gestione dell’emergenza post sisma.

Chiodi e Cialente hanno cercato di indorare la pillola, ma la verità è che sono usciti dall’incontro col presidente del Consiglio, come c’erano entrati, e cioè a mani vuote. Il governo non ha concesso nulla nell’immediato e non ha dato certezze per il futuro, altro che “aiuto all’Aquila”, come titola qualche giornale.

C’è soltanto una proroga di tre mesi per salvare lo stipendio di quasi 400 precari, l’autonoma sistemazione, i soggiorni dei terremotati negli alberghi e tutto il complesso meccanismo di aiuti legato al post sisma, ma i fondi fanno parte dei 30 milioni per l’emergenza stanziati per il 2012 dal vecchio governo. I tre mesi di cui parla Monti e che indicherà in un’ordinanza, dovranno servire per rimodulare gli interventi post sisma. E cioè per limare, adattare, rivedere, soprattutto tagliare. E i tagli dovranno farli la Struttura commissariale e il Comune. A questo punto è bene fare chiarezza e dire la verità agli aquilani.

I fondi per l’emergenza, oggi, sono quelli che erano, e cioè 30 milioni stanziati per il 2012 dal vecchio governo. Se non bastano è perché la ricostruzione pesante non è decollata. Il ministro dell’Economia aveva calcolato che a quasi tre anni dal sisma, una buona parte della popolazione assistita sarebbe rientrata nelle case ricostruite.

Non è stato così. Le lungaggini della Struttura commissariale, del Comune, delle ‘Tre Sorelle’ (Fintecna, Reluis e Cineas), i ritardi dei progettisti che hanno fatto il bello e il cattivo tempo, e continuano a farlo, la confusione che in una parola si è creata attorno al terremoto, hanno portato alla situazione attuale. Va aggiunto che la popolazione assistita si è adagiata nella certezza degli aiuti di Stato. Ora questi aiuti sono a rischio: ci sono oggi, ma non si sa se ci saranno domani.

Altri tre mesi, quasi un ultimatum, ha detto Monti, poi vedremo. Se gli aquilani, tutti gli aquilani, non si rimboccano le maniche saranno guai. Anche perché il governo dei tecnici, con tutte stangate che ha dato agli italiani, non poteva continuare a largheggiare con i terremotati.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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