L’AQUILA – La crisi morde le famiglie italiane. Fra la fine del 2009 e la fine del 2010, segnala il Supplemento al Bollettino economico della Banca d’Italia, la ricchezza netta complessiva a prezzi correnti e’ rimasta invariata ma a prezzi costanti, utilizzando il deflatore dei consumi, si e’ ridotta nell’ultimo anno dell’1,5 per cento. Dalla fine del 2007, quando l’aggregato ha raggiunto il suo valore massimo, il calo e’ stato pari al 3,2 per cento.

E un’ulteriore batosta arrivera’ dalla manovra. Secondo Adusbef e Federconsumatori, La manovra varata dal Governo Monti vale a regime una stangata da 1.129 euro annui a famiglia. L’impatto degli interventi correttivi sale fino a 3.160 euro se si considerano anche le tre Finanziarie approvate dall’esecutivo Berlusconi. Nel 2014, sostengono le due associazioni dei consumatori, una famiglia di tre componenti con una retribuzione netta di circa 32.000 euro nel 2011 registrera’ a seguito delle varie manovre correttive una caduta nella capacita’ di consumo di circa il 7,6% annuo.

Tornando ai dati Bankitalia, il rapporto evidenzia come alla fine del 2010 la ricchezza lorda delle famiglie italiane era pari a circa 9.525 miliardi di euro, corrispondenti a poco meno di 400 mila euro in media per famiglia. Le attivita’ reali rappresentavano il 62,2 per cento della ricchezza lorda, le attivita’ finanziarie il 37,8 per cento. Le passivita’ finanziarie, pari a 887 miliardi di euro, rappresentavano il 9,3 per cento delle attivita’ complessive.

Nel confronto internazionale le famiglie italiane continuano comunque a mostrare un’elevata ricchezza, pari, nel 2009, a 8,3 volte il reddito disponibile, contro l’8 del Regno Unito, il 7,5 della Francia, il 7 del Giappone, il 5,5 del Canada e il 4,9 degli Stati Uniti). Esse risultano inoltre relativamente poco indebitate: l’ammontare dei debiti e’ pari all’82 per cento del reddito disponibile (in Francia e in Germania e’ di circa il 100 per cento, negli Stati Uniti e in Giappone e’ del 130 per cento, nel Regno Unito del 170 per cento).

La concentrazione della ricchezza resta pero’ elevata: il 45% del totale e’ in mano al 10% delle famiglie.
Nel 2010, sottolinea ancora Bankitalia, e’ proseguita la ricomposizione dei portafogli delle famiglie verso forme di investimento piu’ liquide, quali i depositi in conto corrente e il risparmio postale, le cui quote di ricchezza finanziaria sono ulteriormente cresciute rispetto al 2009 (rispettivamente di 0,2 e 0,4 punti percentuali).

La quota di ricchezza detenuta in titoli pubblici italiani si e’ invece ridotta di quasi un punto percentuale cosi’ come quella detenuta in azioni e partecipazioni. Per la casa si resta pero’ disponibili a fare qualche sacrificio: a fine 2010 le passivita’ finanziarie delle famiglie erano costituite per circa il 41% da mutui per l’acquisto dell’abitazione.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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