L’AQUILA-Non è facile trovare posizioni univoche al processo alla Commissione ‘Grandi rischi’ accusata di omicidio e disastro colposo per le vittime del terremoto dell’Aquila. Sono tante le sensibilità per quanto è avvenuto quella terribile notte che ha coinvolto migliaia di persone. Parliamo dei lutti, delle case distrutte, delle vite spezzate o cambiate come in un incubo che diventa realtà. Perciò non è facile fare ragionamenti o, peggio, trarre conclusioni.

La logica non va d’accordo coi sentimenti, perché i lutti non si risanano, né possono farlo i processi. Forse per questo la testimonianza di Massimo Cialente ha suscitato scalpore. Il sindaco dell’Aquila, la cui onestà intellettuale non va messa in dubbio, ha ripetuto davanti al tribunale quel che disse all’inizio dell’inchiesta. E cioè che dalla Commissione ‘Grandi rischi’ non aveva avuto certezze, poiché “i terremoti non si possono prevedere e non è facile capire che cosa può accadere nell’immediato futuro”. Fu così che Cialente uscì dalla sala in cui si tenne la famosa riunione “più preoccupato di prima”.

La Commissione, cioè, non lo aveva rassicurato, semplicemente perché non poteva farlo. Questo ha detto Cialente al giudice Grilli. Una dichiarazione che contrasta con quelle secondo le quali la stessa Commissione avrebbe rassicurato, con le sue affermazioni, la popolazione aquilana che si convinse così che “nulla di grave sarebbe accaduto”. Una dichiarazione inattesa, quella di Cialente, in un’aula divenuta di colpo teatro di un repentino capovolgimento dei ruoli: la difesa che rinuncia a interrogare il teste, le parti civili quasi indispettite, il giudice Grilli che controinterroga come un avvocato dell’accusa.

Ma come, tutti si sentivano tranquilli dopo la riunione della Commissione ‘Grandi rischi’, e Cialente va a dire esattamente il contrario, e cioè che lui tranquillo non si sentiva affatto e che, anzi, era più preoccupato di prima? Ma Cialente ha detto anche di più. Ha detto che Giampaolo Giuliani, che i giornali definirono “il profeta inascoltato di quella terribile notte”, gli avrebbe riferito che “poteva stare tranquillo perché non c’erano pericoli”. La testimonianza del sindaco dell’Aquila ha gettato una luce diversa sul processo. Ha detto, cioè, che non è semplice trarre conclusioni a posteriori, anche per i giudici che sono stati chiamati a fare chiarezza sui fatti che precedettero quella terribile notte.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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