L’AQUILA-Gianni Letta non farà parte del nuovo governo. L’ ex segretario alla presidenza del Consiglio ha deciso di bloccare sul nascere possibili polemiche (c’era il veto del Pd sul suo nome) e ha deciso di fare anche lui un passo indietro. Per L’Aquila sarà una perdita grave.

Immaginiamo sia di parere diverso chi contesta, come si dice, ‘a prescindere’, ma ci auguriamo che non la pensino allo stesso modo la giunta comunale e il sindaco Cialente. L’ultimo atto di Gianni Letta è stato quello di far inserire nella legge di stabilità, approvata dalla camera in via definitiva sabato, l’emendamento che abbona agli aquilani il 60 per cento delle tasse del terremoto e ne diluisce la restituzione in dieci anni.

Un provvedimento che non è piaciuto ai senatori Legnini e Lusi del Pd e Mascitelli dell’Idv che volevano un’altra proroga. Ma che sarebbe successo alla scadenza con i tecnocrati del nuovo governo, visti i tagli pesanti che annunciano? Davvero Lusi, Legnini e Mascitelli sono convinti che gli aquilani avrebbero avuto lo stesso trattamento, ossia la riduzione delle tasse e la restituzione in dieci anni?

Senza Gianni Letta, che si è speso come tutti sanno, per l’Aquila e i comuni del cratere potrebbero sorgere problemi concreti. E’ bene che Cialente, la giunta e lo stesso Chiodi mettano subito le cose in chiaro con Roma, e pretendano per L’Aquila la medesima tutela, la stessa attenzione del passato governo, sia per la ricostruzione, sia e per la ‘Zona Franca‘.

La politica, tutta la politica (è vero Lolli? E’ vero Piccone?) deve tenere alta la guardia. Dai tecnocrati che baderanno innanzitutto a far quadrare i conti si può aspettare di tutto. Sarebbe bene ricordare loro (e a se stessi) con quale dignità il passato governo ha trattato gli aquilani, senza dire dell’impegno di tutta la Protezione Civile, Guido Bertolaso in testa.

A sei mesi dal terremoto, tutti gli aquilani non erano più nelle tende ma avevano un ‘tetto’ dignitoso , gli studenti, dalle elementari alle medie superiori, sono tornati a scuola regolarmente, tutti gli universitari sono rientrati nelle aule delle loro facoltà ad inizio del nuovo anno accademico; il centro storico è stato puntellato e protetto, il Comune ha potuto assumere cento e passa nuovi addetti, sono arrivati soldi per la ricostruzione leggera oggi ultimata.

Non sono mancate disfunzioni, ci sono state carenze, qualcuno ha tentato di approfittare, vergognosamente, del momento drammatico che viveva e sta vivendo questa città, ma sono stati bloccati. Ci sono state proteste, legittime, anche se esagerate, ma L’Aquila, sia pure lentamente, ha ricominciato a vivere. Perciò vorremmo che il nuovo governo riservasse agli aquilani almeno lo stesso trattamento ricevuto da quello che se n’è appena andato.

 

 

 

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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