L’AQUILA – Il processo sul crollo dell’edificio in via Poggio Santa Maria in cui a seguito del sisma del 6 aprile di due anni fa sono morte 19 persone, non sara’ celebrato. L’unico imputato per quel crollo, Luigi Marrone di 96 anni, committente dell’opera, e’ morto nei giorni scorsi. L’anziano imprenditore di Scoppito era l’unico sospettato (solo perche’ l’unico ancora in vita) tra le persone che secondo la procura avrebbero avuto responsabilita’ nella realizzazione del palazzo. Si trattava di architetti e ingegneri che sono morti diversi anni fa. I legali difensori dell’imputato avevano sollecitato una perizia volta ad accertare la sua capacita’ a stare in giudizio. Cosa che il perito nominato dal giudice aveva ritenuto non possibile a causa di una serie di problemi di salute legati alla sua veneranda eta’. La perizia, depositata a fine settembre, avrebbe dovuto essere discussa nell’udienza fissata per il prossimo 25 novembre, data nella quale alla luce degli ultimi accadimenti, si dichiarera’ l’estinzione del reato per morte del reo. La vicenda potra’ proseguire solo in sede civile nei confronti degli eredi, qualora le parti civili lo dovessero ritenere opportuno. Per Marrone i reati ipotizzati erano quelli di omicidio colposo plurimo e lesioni gravi; negli anni Sessanta, Marrone era committente e intestatario della concessione del palazzo di quattro piani. Quindici le parti civili, compreso il Comune dell’Aquila, che aveva chiesto un risarcimento di un milione di euro. I racconti dei pochi superstiti raccolti nella fase delle indagini preliminari sono stati terribili: una studentessa riminese di 20 anni, Eleonora Calesini, fu estratta viva dopo quasi due giorni dal crollo. Secondo la perizia del pm alla base del crollo ci sono difetti nella progettazione e uso di materiali scadenti.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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