L’AQUILA – Tanto tuonò che piovve, così alla fine il Comune ci ha messo una pezza e adottato la decisione più giusta. Non ci saranno più, almeno per ora, nuove autorizzazioni per aprire bar o pub che dir si voglia in quella parte del centro storico che da qualche mese in qua era diventata terra di nessuno per le scorribande, le risse, le violenze nelle ore notturne. In particolare la Fontana Luminosa e Piazza Regina Margherita dove la sera stazionano centinaia di universitari davanti ai locali di “pubblica somministrazione”, erano diventate terra di nessuno.

Ma anche corso Vittorio Emanuele e Corso Principe Umberto fino ai Quattro Cantoni. Un quadrilatero che era ormai difficile tenere in sicurezza. E così dopo qualche tentennamento (si sa che le decisioni impopolari non piacciono a nessuno, specie ai politici del nostro Palazzo), il Comune ha deciso di darci un taglio. E il compito di dire basta se lo è assunto l’assessore Stefania Pezzopane: va bene dare spazio ai giovani, ha detto in sostanza, ma questo non può coinvolgere tutto il resto. Tanto più che l’area sotto accusa è contigua alla zona rossa e mette a repentaglio la sicurezza di chi la frequenta specie se ciò avviene in maniera sregolata.

Da un po’ di tempo in qua, infatti, erano aumentati gli episodi di violenza vicino ai locali. Questi ultimi, inoltre, non erano e non sono in grado di offrire servizi igienici adeguati, sicché gli avventori, per le loro necessità impellenti, ricorrevano agli angoli bui delle case vicine, anche quelle poche abitate, e tenerli lontani per evitare una situazione che è poco definire antigienica (qualcuno è ricorso persino alle transenne di metallo davanti ai portoni) era diventato difficile.

Per non parlare del capitolo sicurezza. Non era infrequente che i protagonisti della ‘movida’ si lasciassero andare ad atti di violenza, anche perché quasi sempre ubriachi. All’inizio era servito a poco l’allarme dei vigili urbani che avevano fatto presente di non riuscire a controllare la situazione. Al Comune nicchiavano, facevano resistenza. Specie all’assessore al Commercio la cosa non piaceva. “Che gli vado a raccontare, poi, a chi mi chiede di aprire un altro esercizio?” Era questo più o meno il ragionamento. Ma alla fine, sia pure malvolentieri, il Comune ha ceduto. La voglia di ridare ai giovani e alla loro vita notturna almeno una parte del centro storico come se il terremoto non fosse avvenuto, ha dovuto cedere il passo a un più sano realismo. Meglio così, meglio tardi che mai. Forse la sera possiamo stare tutti un po’più tranquilli.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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