L’AQUILA- Mille e ottocento a Chieti, qualche centinaio in meno all’Aquila. Sono tanti gli studenti che si sono presentati al test d’ingresso per l’accesso alle facoltà di Medicina delle due città.

Poco più del dieci per cento i posti disponibili. Una proporzione ‘monstre’ per una piccola regione come la nostra di appena un milione e 300.000 abitanti, che ha un sistema universitario infarcito di doppioni: due facoltà di medicina, due di lettere, due di lingue, soltanto per ricordarne alcune, più corsi di laurea nelle professioni sanitarie in tutto e per tutto simili tra loro, comprese le laure brevi che non servono a nessuno (ma questo è un altro discorso).

Sono i frutti del ‘gasparismo’ che ha portato l’Abruzzo ad avere tre atenei, una trentina di ospedali, un sistema autostradale doppio, e poli industriali come quello elettronico dell’Aquila oggi dismesso, gonfiati per puri obiettivi elettorali.

Centri di potere che hanno fatto comodo a tutti. Si dirà che l’Abruzzo non è sfuggito alle logiche clientelari che hanno imperversato in altre regioni d’Italia. Erano gli anni delle vacche grasse e a pagare pensavano la Cassa del Mezzogiorno e le Partecipazioni statali. La crisi che ci obbliga a stringere la cinghia, oggi, in particolare in Abruzzo, è nata “in quegli anni là”, come nacque allora la logica del numero e non della qualità. Oggi i rettori delle tre università abruzzesi vanno orgogliosi del numero di iscritti dei loro atenei. Ogni due, tre mesi arrivano gli ‘aggiornamenti’: tanti studenti all’Aquila, tanti a Chieti, tanti a Teramo.

Ma la qualità? Chi si cura di propagandare la qualità? Forse perché il successo di una ricerca fa meno effetto del numero di studenti che si iscrivono all’inizio dell’anno accademico o che fanno un test d’ingresso? Eppoi esiste davvero la qualità? Ne dubitiamo.

E’ bravo Fernando Di Orio, rettore dell’Università dell’Aquila, perché nonostante il terremoto riesce a salvare la cattedra ai docenti e a conservare i propri studenti? Certo è bravo. Ma fino a che punto ci chiediamo noi? E così fanno notizia i quasi millecinquecento del test d’ingresso a Medicina. Ma tutto il resto, se c’è, la qualità, intendiamo dire, il successo della ricerca, è lì misconosciuto e dimenticato.

 

 

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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