L’AQUILA – Scrive, in una nota, l’assessore regionale Gianfranco Giuliante: “L’attuale situazione edificatoria risulta essere illegittima e fuori controllo” ha affermato Cialente convocando per il 26 luglio un tavolo con le forze dell’ordine e i settori urbanistica di Provincia e Comune.

Verrebbe da dire che Cialente “s’è svegliatooooo”! Più volte abbiamo denunciato la situazione drammatica in cui versa il territorio dell’Aquila dal punto di vista urbanistico ma il sindaco ha preferito rinchiudersi nel silenzio mentre la città sta subendo un vero e proprio scempio. E la responsabilità di quanto sta accadendo è soltanto del comune e di Cialente che avrebbe dovuto, da legge, controllare quanto stava accadendo.

È responsabilità di Cialente il futuro, ma molto prossimo, massacro del territorio relativo alle cd “aree bianche” ed è sempre sua responsabilità la delibera n.58 del 2009 che consentiva la realizzazione di manufatti temporanei per tamponare l’esigenza abitativa e che si è trasformata in un “far west” a causa di realizzazioni abusive (senza autorizzazione) e di realizzazioni che infrangevano le condizioni della delibera n.58.

Oggi Cialente grida allo scandalo ma solo e soltanto lui ne è il responsabile in quanto in capo al sindaco sono attribuite le competenze in materia di vigilanza della attività edilizia che le esercita (in qualità di Ufficiale del Governo) per il tramite della Polizia Municipale (che risponde direttamente a lui).

Chiediamo quindi a Cialente se sono stati effettuati controlli sulla presenza dei requisiti, previsti nella delibera 58,  per la realizzazione di manufatti temporanei, se questi sono stati progettati nel rispetto delle norme sismiche e, quindi, se hanno il parere del Genio Civile, se sono allacciati alla fognatura comunale o hanno impianti di depurazione autorizzati e infine se è stato effettuato un censimento delle “casette” realizzate senza comunicazione, alcune delle quali realizzate in zone soggette a vincolo ambientale, e per quante di queste è stata emessa diffida ad edificare, ordinanza di sospensione lavori o ordinanza di demolizione.

Siamo certi che nulla di tutto ciò è stato fatto anche se sarebbe stato piuttosto agevole, nonché obbligatorio per legge, effettuare tali controlli. Ricordiamo, infatti, che prima del terremoto (2008) l’Ufficio per il Territorio del Ministero per le Finanze aveva effettuato foto aeree su tutti i Comuni italiani, L’Aquila compresa, per censire le cd. “case fantasma” e che nel 2010 la Protezione Civile ha effettuato una altra ricognizione per verificare le condizioni post sisma. La sovrapposizione delle due cartografie avrebbe consentito una “fotografia puntuale” della situazione edificatoria. Tutto, però, è rimasto fermo.

L’idea partorita da Cialente oltre che rappresentare un’auto denuncia per omissione in atti d’ufficio e ammissione di culpa in vigilando serve a scatenare una caccia alle streghe, dove le streghe sono i cittadini che hanno realizzato le “casette”,  che lui stesso ha creato cavalcando i sentimenti di paura dell’immediato post sisma.

Ricordiamo, inoltre, che le forze dell’ordine e la Provincia, coinvolte nel tavolo per la vigilanza edilizia possono esercitare il proprio potere soltanto nei confronti del Comune e non dei cittadini, così come stabilito dalla L.R. 58/1989 e ribadito con la L.R. 17/2010.

Il caos è tanto e ruota intorno a Cialente e la sua “squadra”, spettatori incapaci di qualsiasi “orgogliosa” reazione allo scempio della nostra città. Non vorremmo che dopo l’avviso di garanzia per i Mar il “nostro” sindaco con questo “tavolo” voglia precostituirsi una giustificazione che non c’è alla sua “anticipata” latitanza.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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