L’AQUILA – Una signora con la borsa della spesa si avvicina alle cassette su cui sono esposti ortaggi, verdure e uova. “Quanto viene una pianta d’insalata?” chiede. “Due euro” le risponde la proprietaria del banchetto. “Due euro? E’ un po’ troppo” controbatte la signora, che già si prepara a mercanteggiare. La replica della venditrice però è tranchant e chiude ogni spiraglio di trattativa: “Signo’, se ecco non te sta bono, loco ammonte ce sta la Coop!”

Qualcuno pensava  che, dopo il terremoto, fossero scomparse. Invece eccole qui, le signore e le contadine che fino al 6 Aprile erano solite vendere frutta, verdura, ortaggi, legumi, uova – tutti, rigorosamente, di produzione propria  – nel mercato di piazza Duomo.

Piano piano si sono riorganizzate e ora si possono incontrare quasi tutti i giorni al Torrione, nel piazzale del centro commerciale di Colle Sapone o al mercatino di Santanza. Sono una ventina e arrivano la mattina presto dai borghi e dai paesi del circondario (Collebrincioni, Aragno, Bagno, Pianola, S. Elia), accompagnate dai loro mariti.

I prezzi, è vero, sono leggermente più alti di quelli dei supermercati e dei piccoli alimentari ma forse è giusto pagare un po’ di più per portarsi a casa un cibo più buono, pulito, giusto.

In attesa che il fu mercato di piazza Duomo venga ricollocato il prima possibile nella nuova area di piazza D’Armi, il fatto che queste forme di vendita diretta gestite in prima persona da contadini e piccoli produttori siano sopravvissute – nonostante il terremoto e a dispetto anche della dispersione abitativa e del sovvertimento del rapporto città-campagna che si sono registrati in seguito alla scelta di localizzare i nuovi insediamenti del Progetto Case vicino le frazioni, su terreni  a prevalente vocazione agricola –  è sicuramente una buona notizia.

(R. C.)

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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