L’AQUILA – Parlano due lingue diverse l’Ordine degli Ingegneri e quello degli Architetti a proposito della proroga per le case “E” che il commissario straordinario alla ricostruzione Gianni Chiodi si accinge a firmare. Noi non abbiamo mai chiesto proroghe, dice l’architetto Gianlorenzo Conti. E aggiunge: i nostri studi professionali sono in grado di rispettare le scadenze perché strutturati in modo adeguato.

Se mai, conclude, la colpa è degli organi tecnici, Reluis, Fintecna e Cineas, e dei loro ritardi, perché “i veri problemi non sono quelli legati alle commesse professionali, ma alla confusione normativa e ai tempi di esame ed approvazione dei progetti da parte della ‘filiera’ costituita da Fintecna-Reluis-Cineas-Comuni”.

E’ invece molto vaga, per usare un eufemismo, la reazione di Paolo De Santis, presidente dell’Ordine degli Ingegneri. Ben venga la proroga, dice in sostanza De Santis, anche se Chiodi doveva decidersi prima perché “non si può avere una visione burocratica della ricostruzione”.

Insomma due linguaggi molto diversi. Vien da pensare che sono fortunati quei cittadini che si sono affidati a un architetto per il progetto di ricostruzione della loro casa e che per loro la scadenza del 30 giugno non creerà particolari problemi, tanto meno preoccupazione o affanno. Mentre fortunati non sono, o lo sono molto di meno, quanti di loro si sono affidati a un ingegnere.

Più che un linguaggio diverso, quello tra architetti e ingegneri sembra un vero e proprio contrasto. Conti e De Santis l’un contro l’altro armati sia pure verbalmente, e con toni sfumati che tuttavia non nascondono una divergenza di fondo.

Su un paio di cose architetti e ingegneri sembrano essere d’accordo, e cioè nello scaricare la colpa dei ritardi esclusivamente su Fintecna, Reluis, Cineas e Comuni, e nel rifiutare le regole che Chiodi vuole imporre caso mai gli venisse chiesto altro tempo dai progettisti che ne avessero bisogno. Come dire che i controlli proprio non li vogliono, come non vogliono moratorie o tetti agli incarichi. Rifiutano insomma i paletti di Chiodi, il quale farà bene a tirare dritto per la sua strada nell’ interesse dei cittadini che hanno un obiettivo soltanto: riavere la loro casa.

 

 

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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