L’AQUILA – Un’imponente cantata per Orchestra sinfonica, coro, voci recitanti, soprano e proiezioni video, settanta minuti di spettacolo con protagonisti di primissimo piano, giovedì 5 maggio e in replica sabato 7 maggio alle ore 21 presso l’Auditorium Giorgio La Pira del Sermig, ex Arsenale Militare, P.zza Borgo Dora, 61 a Torino.

Alcuni artisti aquilani Roberto Biondi e Luciano Di Giandomenico sono i protagonisti di questa maestosa cantata che vedrà affiancati, sul palcoscenico dell’Auditorium del Sermig di Torino, l’Orchestra Sinfonica del Monte Bianco, il soprano Camilla Illeborg, le voci recitanti di Patrizia Scianca e Cesare Rasini, il coro alpino Edelweiss del CAI di Torino, sotto la direzione del maestro Di Giandomenico.

Si tratta di una composizione sinfonica originale nella quale vanno ad incastonarsi 10 brani corali, 2 brani solistici, numerose letture di testi; il tutto accompagnato da proiezione di immagini. Il progetto, ideato dal maestro Vittorio Antonellini, da Gianluigi Montresor e dal compositore aquilano Luciano Di Giandomenico che è anche l’autore delle musiche, con testi di Roberto Biondi, anch’egli aquilano, si articola in diversi momenti: un prologo ed un epilogo racchiudono 5 aree tematico-temporali, come in un’ideale giornata che ripercorre alcuni snodi significativi del rapporto tra la gente di montagna e la storia d’Italia degli ultimi 150 anni: l’alba (dal Risorgimento alla Prima Guerra Mondiale), il mezzogiorno (dalla Prima alla Seconda Guerra Mondiale), il tramonto (La Seconda Guerra Mondiale fino all’armistizio), la notte (dal 1943 alla nascita della Repubblica), l’alba di un nuovo giorno (il dopoguerra). I testi originali traggono spunto dall’importante contributo offerto dalla gente di montagna per la realizzazione dell’Unità d’Italia sullo sfondo ideale del Gran Sasso e di tutte le montagne italiane che hanno visto i propri figli e le proprie figlie morire per la patria.

Il prologo e l’epilogo hanno un titolo a sé e rappresentano un momento importante per tutto lo spettacolo. Da una parte perché costituiscono il castone dell’intera cantata e ne mettono in risalto la grande poeticità, dall’altra perché il motto Manet Immota tradisce l’attaccamento alla terra dei due artisti che hanno scritto il brano, per soprano, coro alpino e orchestra sinfonica che dà il titolo ai due momenti. Immota Manet è il motto che campeggia sullo stemma civico aquilano, Manet Immota sta a significare che è avvenuto un sovvertimento dell’ordine delle cose, così sullo stemma, idealmente s’intende, così nella città duramente scossa dal terremoto del 6 aprile 2009. I due artisti aquilani hanno voluto, così, offrire il loro personale apporto scrivendo una cantata che esprimesse in modo inequivocabile l’amore nutrito per la propria terra, l’Italia e quello viscerale, ancestrale, filiale per la propria madre, la città dell’Aquila.

Amore che ha spinto Luciano Di Giandomenico e Roberto Biondi, il cui operato artistico sta ricevendo sempre maggiori ed entusiastici consensi non solo a livello nazionale, a far sì che le parole e la musica del brano possano servire ad unire gli aquilani nel delicato, ma pieno di speranze processo di ricostruzione, prima delle anime degli aquilani e poi delle architetture cittadine.

L’occasione del raduno nazionale degli Alpini che si svolgerà proprio negli stessi giorni dei due concerti previsti, offre l’opportunità di poter ascoltare di nuovo il canto di dolore, ma pieno di speranza di tutti gli aquilani che auspicano il ritorno dell’amata città e tutto ciò a Torino nell’Auditorium da 700 posti del Sermig, nelle due serate, pressoché esaurite del 5 e del 7 maggio 2011.

Info: www.robertobiondi.org www.lucianodigiandomenico.com

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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