L’AQUILA – Bill Emmott è un importante giornalista e scrittore inglese. Dal 1993 al 2006 è stato il direttore dell’Economist, una delle riviste economiche più prestigiose al mondo. In un editoriale scritto per il numero dell’Espresso in edicola questa settimana, Emmott mette a confronto il terremoto dell’Aquila del 2009 e quello giapponese del marzo 2011.

“Sono stato all’Aquila la scorsa estate”, scrive il giornalista, ” e ho visto una città puntellata dove però la vera ricostruzione non è ancora iniziata. In Giappone, invece, dove mi sono recato qualche settimana fa, si sta già iniziando a ricostruire, nonostante la devastazione sia stata molto più grande”.

Il terremoto dell’Aquila e lo tsunami giapponese rimangono due eventi per molti aspetti incomparabili. Eppure, secondo Emmott, un accostamento può esser fatto. In Giappone la ricostruzione post terremoto è stata subito percepita, da parte di governo e popolazione, come una questione nazionale. “Su una cosa si può tranquillamente scommettere – scrive infatti il giornalista nel suo editoriale – Nel secondo anniversario dello tsunami dell’ 11 marzo nessuna emittente televisiva giapponese potrà mai trasmettere un film come quello andato in onda su Al Jazeera e realizzato da una piccola società cinematografica torinese, intitolato ‘Ritorno all’aquila: le promesse infrante’. Mentre il governo centrale italiano ha abbandonato L’Aquila, senza dare il via alla ricostruzione – continua Emmott – in Giappone, al contrario il governo sta già assumendo il controllo della situazione ed è risoluto a non desistere”

Verso la fine del suo articolo, l’ex direttore dell’ Economist si sofferma sui costi della ricostruzione giapponese, che ammontano a 400 miliardi di euro, equivalenti al 10% del PIL del Paese. “L’onere che il Giappone dovrà sobbarcarsi è davvero immane – dice il giornalista inglese – Eppure già ci si muove: la linea ferroviaria che collega Tokyo e Sendai, chiusa per i danni arrecati dal terremoto, riaprirà alla fine di aprile e la ricostruzione vera e propria avrà inizio dopo l’estate. La corsa per battere l’aquila – conclude Emmott – è già iniziata”

 

 

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