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L’incontro di questa mattina tra sindacati e vertici della Asl 1 nella sede provinciale di via Saragat, durato quattro ore, che avrebbe dovuto chiarire una volta per tutte come superare le criticità che il sistema sanitario provinciale vive da anni, e aggravate dalla grave crisi del sistema organizzativo e dei servizi sanitari causata dall’attacco informatico, ha rimarcato, invece, le opposte posizioni: di tempo perso, inadeguatezza dei vertici, mancate risposte hanno parlato i sindacati; disponibilità al confronto e a risolvere i problemi, salvando i nuclei di cure primarie le promesse della Asl. Una situazione che prelude a un braccio di ferro in mezzo al quale rischiano di finire schiacciati, come sempre, i (e le) pazienti del sistema sanitario provinciale.

Il presidente Stefano Di Giuseppe: “Riteniamo che l’azienda sanitaria debba chiarire una volta per tutte se i dati esfiltrati siano tutti ancora in suo possesso. Quindi tutti questi dati sono stati sottoposti a backup? Sono possibili i rischi di discriminazione, disagio psicologico, umiliazione, danni alla reputazione o altri danni materiali o immateriali”

Tra le problematiche al centro del sit-in le lunghe liste d’attesa, il personale sanitario carente, lo smantellamento dei nuclei di cure primarie. La replica dell’azienda sanitaria: “La Asl 1 condivide la preoccupazione e l’impegno derivanti dalle misure politiche nazionali in materia sanitaria adottate negli ultimi anni. Si oppone ad alcune fittizie ricostruzioni riguardanti una presunta assenza di dialogo con i rappresentanti del presidio odierno”.