L’Aquila, il Comune batte cassa: vogliono gli affitti arretrati dei defunti | Residenti costretti a pagare: novembre sarà un salasso
Città dell'Aquila batte cassa - Aquilatv.it (Fonte foto Canva)
I riflettori dei media ancora una volta si concentrano sul Comune dell’Aquila: questa volta batte cassa e richiede tutti gli affitti arretrati… vogliono tutto, fino all’ultimo centesimo.
Nel corso degli anni abbiamo avuto modo di leggere diverse notizie che hanno visto come discusso protagonista della scena proprio la città dell’Aquila, come accaduto anche nel corso di queste ultime ore.
Il Comune della città, gravemente colpito dal terremoto che si è verificato anni fa, lasciando una ferita profonda nel cuore di tutti i cittadini, ancora una volta si trova protagonista della scena a causa di una notizia che è stata diffusa nelle ultime ore e che ha lasciato, di nuovo, tutti a bocca aperta.
Ecco di cosa si tratta nello specifico e perché il Comune dell’Aquila ha deciso di battere cassa richiedendo l’arretrato degli affitti.
Il Comune dell’Aquila batte cassa: questa volta la scelta è definitiva
Come già accennato, negli ultimi anni abbiamo visto L’Aquila spesso protagonista delle cronache per varie motivazioni, e anche questa volta la notizia fa molto discutere.
Un esempio pratico e lampante è rappresentato da quanto riferito dal portale Abruzzoweb.it, che ha riportato l’attenzione sul cosiddetto Progetto CASE, ovvero gli alloggi realizzati dopo il sisma del 2009. A quanto pare, diversi cittadini non avrebbero saldato i pagamenti dei canoni di compartecipazione tra il 2020 e il 2024, per somme davvero stratosferiche.

Tutti costretti a pagare: in arrivo oltre 300 cartelle
Secondo quanto riportato dal sito sopra citato, infatti, sono già state emesse oltre 100 cartelle per presunti mancati pagamenti dei canoni previsti. Le somme in questione si aggirano intorno ai 30.000 euro e i cittadini dell’Aquila saranno costretti a intervenire il prima possibile per saldare il proprio debito.
In particolare, a fronte del mancato pagamento, viene spiegato che, in base all’articolo 474 del Codice di Procedura Civile, si procederà con l’ingiunzione di pagamento notificata anche agli eredi del debitore, ovvero ai familiari prossimi, che saranno così obbligati a rispondere dell’intimazione.
Decorso il termine dei 60 giorni dalla notifica, in caso di inadempienza, l’Agenzia delle Entrate – Riscossione procederà alla riscossione coattiva, tramite ruolo, delle somme dovute, con ulteriore aggravio di interessi e spese di notifica. Per ulteriori informazioni, i diretti interessati potranno comunque confrontarsi con il proprio Comune di residenza e, se necessario, far valere la propria posizione, qualora siano in possesso della documentazione che attesti l’avvenuto pagamento, così da evitare sanzioni ingiustificate o procedimenti esecutivi.
