“La reversibilità è abolita”, INPS toglie i pagamenti ai vedovi già da novembre | Nuova sentenza storica manda alla Caritas i pensionati
Pensione reversibilità, l'INPS la revoca - aquilatv.it (foto freepik)
Tutti i vedovi di pensionati che percepivano la reversibilità, potrebbero non vederla mai più: ecco la sentenza che dà ragione all’INPS.
La pensione di reversibilità è un trattamento economico riconosciuto ai familiari superstiti di un pensionato o lavoratore deceduto. Viene calcolata come una percentuale della pensione del defunto e spetta a coniuge, figli, genitori e altri parenti, a seconda dei requisiti specifici.
L’importo varia ed è calcolato come una percentuale della pensione che il defunto percepiva o avrebbe percepito: si va dal riconoscimento del 60% dell’assegno per il coniuge senza figli fino al 100% per il coniuge con due o più figli, o per tre o più figli.
Ad incidere sull’importo della pensione di reversibilità è anche il reddito di chi ne beneficia: essa non viene ridotta se si rientra entro i 23.532,60 euro, ma può essere dimezzata oltre i 39.221,00 euro.
Una sentenza della Corte di Cassazione, inoltre, ha stabilito che l’INPS può ritirare la reversibilità qualora si dovessero presentare le condizioni per poterlo fare: ecco cosa c’è da sapere.
Pensione di reversibilità: a chi spetta e quando viene revocata
La pensione di reversibilità spetta ai familiari superstiti del pensionato o del lavoratore deceduto. I beneficiari principali sono il coniuge (anche separato o divorziato con diritto all’assegno divorzile) e i figli (minorenni, inabili al lavoro o studenti entro determinati limiti di età e a carico). In assenza di questi, e se a carico del defunto, possono beneficiare anche altri familiari come i genitori e i fratelli/sorelle non sposati.
La pensione di reversibilità, tuttavia, può essere revocata in caso di matrimonio del coniuge superstite, al raggiungimento del limite d’età dei figli beneficiari o in seguito alla fine dello stato di inabilità. Essa è un diritto irrinunciabile e personale, ma la sua erogazione può cessare in specifiche circostanze.

Revoca della pensione di reversibilità: la decisione della Cassazione
La pensione di reversibilità ha un termine di prescrizione ordinaria decennale per i ratei non riscossi, che decorre dal decesso dell’assicurato. Per le domande relative a pensione o ricostituzione con decorrenza anteriore, l’INPS pagherà solo le mensilità maturate negli ultimi 10 anni che precedono la domanda.
La sentenza della Cassazione ha stabilito che, anche se la prescrizione è contestata dall’ente previdenziale, il giudice può valutare d’ufficio la data di decorrenza del termine sulla base degli elementi presenti negli atti di causa. Dopo aver verificato o meno l’esistenza dei requisiti per la reversibilità, deve verificare quali sono le somme ormai prescritte e quelle no.
