Legge per tutti, da oggi gli avvocati non li devi più pagare | Il diritto dei clienti sul silenzio: se dici questa frase non sborsi un euro

Avvocato in questo caso non lo devi pagare - Aquilatv.it (Fonte Foto Canva)
Prestate moltissima attenzione ai rapporti con il vostro avvocato: la legge parla chiaro ed è uguale per tutti. Non siete tenuti a pagarlo in alcuni casi specifici, e il cosiddetto “silenzio professionale” può costargli molto caro.
Negli ultimi anni sono stati introdotti numerosi cambiamenti in Italia, e uno di questi riguarda proprio il rapporto tra cittadino e avvocato. Le cause portate davanti ai tribunali sono aumentate considerevolmente, ma allo stesso tempo è diventato fondamentale prestare grande attenzione alla gestione del rapporto professionale e, soprattutto, ai pagamenti delle parcelle.
Esistono situazioni in cui si ha diritto al patrocinio gratuito, che dipende dal reddito del cittadino e dal tipo di assistenza legale richiesta. Tuttavia, in altri casi ben precisi, la legge stessa può esonerare dal pagamento dell’avvocato, indipendentemente dal proprio reddito.
In ogni caso, il rapporto con il proprio legale si basa sulla fiducia assoluta, poiché sarà lui a rappresentarci davanti al giudice e a tutelare i nostri interessi, qualunque sia il ruolo ricoperto all’interno del processo.
La legge parla chiaro: in questi casi l’avvocato non deve essere pagato
Come accennato, esistono casi in cui non si è tenuti a pagare la parcella dell’avvocato. E non si tratta del patrocinio gratuito, ma di una situazione sancita dalla legge e riconosciuta dalla Corte di Cassazione.
Secondo quanto riportato dal portale Brocardi.it, infatti, la Cassazione ha chiarito che il cliente non è tenuto a pagare l’avvocato se quest’ultimo non lo ha adeguatamente informato sui rischi di una causa. In tal caso, la parcella può essere annullata, e il cliente può persino chiedere un risarcimento per il danno subito.

Quando il silenzio dell’avvocato fa perdere il diritto al compenso
Il caso specifico riguardava una controversia legata a una donazione. Un uomo, dopo aver perso il contenzioso, aveva ricevuto un’ingiunzione di pagamento superiore a 13.000 euro per le spese legali. L’ex cliente, però, ha deciso di opporsi al decreto ingiuntivo, supportato dalla testimonianza della segretaria dello studio legale, la quale ha confermato che l’avvocato non lo aveva informato del rischio concreto di perdere la causa.
In un primo momento, il tribunale aveva riconosciuto solo parzialmente le ragioni del cliente, riducendo la parcella di 400 euro. Tuttavia, la Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 25.899 del 22 settembre 2025, ha accolto il ricorso, stabilendo che l’omessa informazione sull’esito potenzialmente sfavorevole della causa è sufficiente a far perdere all’avvocato il diritto al compenso.
In altre parole, il legale ha l’obbligo di avvisare il cliente dei rischi e delle probabilità di insuccesso prima di procedere con qualsiasi azione legale. In caso contrario, il silenzio equivale a una grave mancanza professionale, e la parcella può essere annullata del tutto.