Ultim’ora: pensioni di reversibilità bloccate dall’INPS | Migliaia di vedovi restano senza accrediti da ottobre

Ultim’ora: pensioni di reversibilità bloccate dall’INPS | Migliaia di vedovi restano senza accrediti da ottobre

La sentenza (Foto di KATRIN BOLOVTSOVA da pexels) - www.aquilatv.it/

Caos pensioni: migliaia di reversibilità sospese dall’INPS. Accrediti bloccati, vedovi nel panico. Scopri cosa sta succedendo.

Per migliaia di persone il copione si ripete identico: controllo del saldo, e niente soldi. Niente accredito. Nessun avviso. Nessuna spiegazione.

Il bonifico mensile che dovrebbe arrivare come un orologio svizzero è sparito. E chi vive della sola pensione di reversibilità, oggi, rischia di ritrovarsi con il frigorifero vuoto e nessuno a cui chiedere perché.

Il punto è che non stiamo parlando di un errore tecnico, di un ritardo nei sistemi informatici o di una dimenticanza da weekend lungo. Dietro questi accrediti congelati c’è una decisione vera, precisa, pesante.

L’INPS adesso ha un’arma in più per negare – o quantomeno sospendere – i pagamenti. E non solo per i nuovi richiedenti. Cosa cambia da ottobre?

Pensioni di reversibilità bloccate da ottobre

La risposta arriva da una sentenza della Cassazione, piovuta come un fulmine burocratico a ciel sereno, e che ha ribaltato un vecchio principio. Finora l’INPS doveva spiegare per filo e per segno da quando  il cittadino non aveva più diritto agli arretrati. Ora non più. Basta dire: “È tutto prescritto”, e toccherà a te dimostrare il contrario. Ecco perché i bonifici sono bloccati: meglio fermare, controllare, valutare. Con calma.

Il caso che ha dato origine a tutto sembrava una storia quasi commovente: una figlia inabile che chiede la pensione del padre morto negli anni ’90. Solo che la richiesta era arrivata tardi. E tra cavilli, ricorsi e contro-ricorsi, la causa è finita in Cassazione, dove l’INPS ha incassato una vittoria pesante, riporta ilgiornale.it. Ma non è finita. Perché quella vittoria, oggi, diventa precedente. E quindi, strumento.

La sentenza (Foto di KATRIN BOLOVTSOVA da pexels) – www.aquilatv.it/

Cosa cambia adesso?

Cosa cambia adesso, nel concreto? Cambia che, se anche hai diritto alla pensione di reversibilità o agli arretrati, non basta più chiederli. Devi dimostrare che nel frattempo non sono passati troppi anni, che hai fatto richiesta nei tempi, che hai interrotto i termini della prescrizione con una raccomandata, un atto, una domanda precisa. In mancanza di tutto ciò, l’INPS potrà dirti: “Spiacenti, ma è troppo tardi”. E legalmente, potrebbe avere ragione.

Non è un problema solo di giustizia. È anche di comunicazione. Perché la prescrizione non arriva con un allarme sul cellulare. Nessuno ti avvisa che il tuo diritto sta per scadere. Semplicemente, un giorno, smettono di pagarti. E se non sei pronto, se non hai le carte in ordine, se non ti sei tutelato in tempo, resta solo il silenzio. E il saldo in rosso.